Nuova impennata della tensione tra gli operai di Termini Imerese.
A infiammare gli animi degli operai della Blutec è l’ipotesi che il Mise sia pronto a disimpegnare i centosettanta milioni di euro stanziati da precedenti governi per finanziare l’accordo di programma sulle aree di crisi complessa.
Ma ieri sera il Ministero dello Sviluppo economico, retto dal leghista Giancarlo Giorgetti, ha convocato un incontro per venerdì prossimo con l’amministrazione straordinaria della società.
Inoltre il Mise ha precisato che, “Sull’ipotesi di un presunto disimpegno del ministero sulla crisi, si fa notare che i centosettanta milioni erano stati stanziati con Invitalia nel 2015 per un contratto di sviluppo, per un piano industriale che la proprietà non ha mai realizzato e quindi dopo la prima tranche non sono più stati erogati. Si ricorda, inoltre, che si tratta di distrazione di fondi pubblici per i quali il precedente proprietario, Ginatta, è ora sotto processo”.
La notizia del disimpegno era emersa nel corso di una riunione convocata dal Comitato dei sindaci del comprensorio, alla quale ieri hanno partecipato un delegato della Regione siciliana, i commissari di Blutec e i sindacati.
A sussurrare quest’ipotesi, riferiscono i sindacati, è stato il rappresentante del governo regionale che ha anche ipotizzato l’estensione della quota di competenza della Regione sempre nell’ambito dell’accordo di programma, da novanta milioni, fino a un massimo di cinquanta chilometri da Termini Imerese.
Da qui la richiesta di Fim, Fiom e Uilm al Mise per “una convocazione urgente” e alla Regione “per avere chiarimenti sulla strategia del governo rispetto allo stabilimento”.
“Siamo pronti a portare gli operai a Roma per manifestare davanti al Mise, i sindaci del comprensorio sono con noi”, avverte il segretario della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone.
Al Mise i sindacati chiederanno delucidazioni anche sul programma presentato al ministero dai commissari straordinari, che prevede la creazione di una newco da parte dei creditori pubblici di Blutec, su cui far convergere gli operai.
“E’ una soluzione che condividiamo, il Mise deve dare delle risposte”, dicono Fim, Fiom e Uilm.
La parola d’ordine dei sindacati “è fare in fretta”.
A giugno scade la cassa integrazione per i 900 operai (600 Blutec e 300 indotto), il cui destino è legato al pronunciamento del Comitato esecutivo del Mise sul programma dei commissari.
“Serve un’azione congiunta – dice Antonio Nobile, segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani – per riportare il lavoro a Termini Imerese e nel comprensorio. Il ministro Giorgetti convochi le parti, c’è necessità di valutare e approvare il piano per la ripartenza del polo industriale”.
Al momento l’unico progetto in pista è quello di Smart city group, validato dai commissari, e che prevede il coinvolgimento di 18 aziende disponibili a investire, in un piano di economia circolare, nello stabilimento.
Un progetto rimasto in standby e rilanciato due giorni fa dal gruppo, che attende risposte dal Mise. Poi però e’ arrivata la convocazione del Mise.