Strutture al collasso anche in Sicilia per il caro energia ma attualmente, a differenza della Puglia, non sono segnalate chiusure. A fare capolino è piuttosto la scelta di destagionalizzare, aprire solo per rispettare le prenotazioni, garantire i soggiorni solo nel week-end. E limitare il peso delle bollette.
“La situazione è insostenibile – spiega il presidente di Federalberghi Sicilia Nico Torrisi -. Il costo delle bollette si è quadruplicato e le strutture lavorano per pagare il costo dell’energia. Quanti hanno venduto la propria offerta negli ultimi dodici mesi hanno visto azzerare i margini a causa dell’aumento dei costi. Ora stanno lavorando per coprire il dovuto. Non sono state segnalate chiusure, ma servono soluzioni immediate e d’emergenza come già per il Covid-19”.
La climatizzazione degli ambienti all’interno di hotel e b&b non è un’attività stagionale, ricorda il presidente di Federalberghi. “In estate serve rinfrescare gli ambienti mentre d’inverno serve riscaldarli, è un’esigenza che riguarda tutto l’anno. Oggi climatizzare costa sui 18-25 euro a stanza, anche per questo la soluzione data dal credito d’imposta al 30 per cento è un rimedio, ma non certo la cura”.
Poi conclude: “Tengo infine a fare una distinzione chiara tra stato di salute del turismo in Sicilia e lo stato di salute delle strutture ricettive. Mentre il primo resta ottimo, il secondo è compromesso. Andrà leggermente meglio per le gestioni che hanno avuto la lungimiranza di dotarsi di pannelli solari e fotovoltaici. Ma l’attività resta insostenibile sia per le strutture energivore e per quelle che lo sono meno”.