Siracusa

Bombe carta a Siracusa, Fava ai negozianti: “Non pagate e denunciate”

Sono in aumento gli episodi di ordigni esplosivi contro le attività commerciali a Siracusa. Per tale motivo, stamane, la Commissione regionale antimafia presieduta da Claudio Fava è arrivata in città dopo gli ordigni fatti esplodere in diversi punti della città.

I commissari hanno incontrato il Prefetto Giusi Scaduto e i rappresentanti dei vertici cittadini e provinciali delle forze dell’ordine.

Al termine dell’incontro in Prefettura, Fava ha dichiarato che le bombe carte fatte esplodere “sarebbero legate in parte a fenomeni mafiosi in parte a dissidi privati”.

“Le istituzioni ci sono – ha aggiunto Fava – ma ci vuole una presa di responsabilità da parte dei cittadini. Non si può pensare di addossare tutto solo alle istituzioni. Chi è vittima di racket o usura non deve pagare e poi denunciare”.

Un dato che preoccupa è il crollo del numero di denunce degli ultimi mesi. “L’associazionismo antiracket ha perso smalto”, ha detto Fava. Poi, il presidente ha lanciato un allarme sul Pnrr: “I fondi sono a rischio infiltrazione mafiosa, bisogna intervenire adesso per prevenire”.

“Gli ultimi episodi ai danni di diverse attività, come oggi è stato riferito da forze dell’ordine e prefetto di Siracusa, hanno avuto un epilogo confortante con l’individuazione dei colpevoli, gli altri fatti sono perlopiù riconducibili a vendette private e ritorsioni personali.

Quanto al racket e alle estorsioni, emerge purtroppo dai dati un calo delle denunce rispetto gli anni precedenti”, ha aggiunto Rossana Cannata, vicepresidente della commissione Antimafia, presente in Prefettura.

Durante l’incontro, che si è tenuto nella prefettura della città aretusea, è emerso “il proficuo lavoro di coesione tra prefettura e forze dell’ordine – ha sottolineato Cannata – e la necessità di credere e avere fiducia nelle istituzioni, incoraggiando la cultura della legalità”. “Lo Stato – ha proseguito – è presente con tutta la sua determinazione e dunque non bisogna pagare ma denunciare perché così si è veramente liberi e si può contrastare con efficacia l’azione della criminalità organizzata”.