Sanità

Bonus asilo nido, alla Sicilia oltre 3,2 milioni di euro

PALERMO – Nel corso del 2018 le famiglie siciliane hanno beneficiato di oltre 3,2 milioni di euro nell’ambito del fondo “bonus asilo nido”. Secondo i dati contenuti all’interno del “Rendiconto sociale” dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, si tratta di oltre 3,2 milioni di euro stanziati in forma di contributo alla frequenza di asili nido e 26 mila euro utili al supporto presso la propria abitazione.

A livello nazionale sono stati stanziati circa 90,6 milioni di euro per questi servizi. Importi più consistenti sono andati a regioni come Lombardia (15,7 milioni di euro), Lazio (11,7 milioni di euro), Veneto (11 milioni di euro), Emilia Romagna (9,7 milioni di euro) e Piemonte (sette milioni di euro).

Il bonus consiste in un contributo da valore massimo di mille euro annui, finalizzati al pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati e di forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni con gravi patologie croniche (per gli anni 2019, 2020 e 2021, il valore massimo è stato elevato a 1.500 euro, per effetto della Legge numero 145/2018).

Dalla Sicilia sono arrivate 9.225 domande (in particolare, 9.192 finalizzate ad ottenere contributi utili alla frequenza di asili nido e 33 per supporto domiciliare): di queste, ne sono state accolte 7.791 (di cui 26 per supporto domiciliare). Dunque, in media ogni beneficiario ha percepito nel 2018 un assegno annuo del valore di 420 euro, circa 38 euro al mese (importo calcolato sulle undici mensilità). Mentre risulta essere pari a mille euro annui l’ammontare corrisposto in favore delle forme di supporto presso la propria abitazione, erogato dall’Inps al genitore richiedente in unica soluzione.

È interessante osservare che, mentre per il supporto domiciliare sono stati assegnati quasi tutti i fondi stanziati (26 mila euro sul totale di 33 mila euro, pari al 78,8%), nel caso del contributo alla frequenza degli asili nido risulta assegnato circa un terzo del totale investito, ovvero un ammontare pari a 3,2 milioni di euro sui 9,2 milioni di euro complessivi (corrispondente al 34,8%). Probabilmente, un’incidenza tanto contenuta è data da un minor numero di richieste, determinato dalla non cumulabilità della misura con le detrazioni fiscali per la frequenza di asili nido e con la fruizione del cosiddetto bonus infanzia.

In generale, in tutte le regioni italiane è possibile osservare un’incidenza abbastanza contenuta di somme effettivamente pagate in rapporto alle somme stanziate, con le opportune differenze regionali. A livello nazionale, quest’incidenza si attesta sul 48,4% (ovvero, 90,1 milioni di euro sui 186,2 milioni di euro stanziati), dunque, decisamente più sostenuta rispetto a quanto rilevato nell’Isola. Nel Veneto (11 milioni di euro sui 20,1 stanziati, pari al 54,7%), Trentino Alto Adige (2 milioni di euro sui 3,4 milioni, ovvero il 58,8%), Emilia Romagna (9,7 milioni sui 18,2 milioni, corrispondenti al 52,2%) e Marche (3,1 milioni di euro sui 5,8, pari al 53,4%) si osservano le incidenze più elevate di importi spesi sul budget stanziato in Italia.