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Bonus merito docenti, vera valutazione?

In questo periodo dell’anno scolastico, chiuse le scuole, i docenti, impegnati negli scrutini, sono chiamati a compilare dei moduli, predisposti da ciascuna scuola, a cura del Comitato di valutazione, allo scopo di fare domanda di attribuzione del bonus per la valorizzazione del merito. Ciò in base all’articolo 11 del decreto legislativo 297 del 1994, poi modificato dal comma 129 della legge 107/2015.

Il fatto che lo stesso docente sia chiamato a riflettere sulle azioni che ha posto in essere per contribuire a migliorare l’istituzione scolastica può essere considerato positivo. Si renderà conto egli stesso se effettivamente merita il riconoscimento del bonus. Peccato che nella maggioranza dei casi il comitato decida di riconoscere a tutti la stessa somma esigua, invece di premiare veramente solo chi ha fatto di più.

Quali sono i parametri di riferimento individuati dalla legge? Innanzitutto il contributo alla qualità dell’insegnamento e al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché al successo formativo e scolastico degli studenti. Vanno valutati anche i risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, la collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche. Infine si dovrebbero premiare anche le responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.

Il merito complessivamente dovrà essere sempre ricollegato agli obiettivi delineati nel Piano triennale dell’offerta formativa della scuola, considerato come quel programma di lavoro che caratterizza la scuola, bene in evidenza sul sito internet e sul portale “La Scuola in chiaro” del Miur, di particolare utilità per genitori e alunni nella fase di scelta dell’istituto al quale iscriversi. Il tutto all’insegna dell’autonomia scolastica volta in primis al successo formativo dell’alunno.