ROMA – Dal 31 luglio è attivo il Bonus Neet per incentivare le assunzioni di giovani italiani che non lavorano né sono inseriti in un percorso di studio o formazione professionale. L’agevolazione consiste in un rimborso a beneficio del datore di lavoro pari al 60% della retribuzione lorda mensile del neoassunto per i primi 12 mesi di contratto.
Quanto previsto dal decreto lavoro (convertito nella legge n. 85/2023) intercetta un importante problema italiano, dove i Neet (Not in education, employment or training) rappresentano una platea di 1,7 milioni di giovani, ovvero il 19% della popolazione fra 15 e 29 anni. Praticamente, in Italia 1 giovane su 5 è nella categoria Neet.
Come rileva l’Istat nel suo Rapporto annuale 2023, il tasso italiano è di oltre 7 punti percentuali superiore a quello medio europeo (11,7%). Tra i 27 Stati membri, solo la Romania segna un dato peggiore con una percentuale di Neet pari al 25%, come riportano i dati Eurostat. Per quanto riguarda il Belpaese, la situazione è differenziata tra le varie regioni: al Nord, la presenza dei Neet si avvicina alla media europea dell’11,7% mentre le regioni del Sud sfiorano o superano il 30%: in Sicilia i giovani che non studiano e non lavorano rappresentano il 32,4% dei ragazzi fra 15 e 29 anni, in Campania il 29,7%, in Calabria il 28,2%. La nota positiva è che tutte le regioni hanno registrato dei miglioramenti rispetto al 2021, quando i Neet in Italia erano più di 2 milioni.
Per far scattare l’agevolazione del Bonus Neet, il giovane da assumere deve soddisfare tre requisiti: essere under 30; non lavorare, né essere inserito in un percorso di studio o formazione professionale (Neet); essere scritto al programma “Iniziativa occupazione giovani” o al programma Gol (Garanzia di occupazione per i lavoratori). L’incentivo Neet riguarda solo il settore privato e si applica alle assunzioni che avvengono dall’1 giugno al 31 dicembre 2023. La trasformazione di un contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato non dà accesso al Bonus Neet che non si applica neanche ai lavoratori domestici, agli intermittenti, né ai prestatori di lavoro occasionale.
Due sono le tipologie di contratto che rientrano nel beneficio: Contratto a tempo indeterminato , anche finalizzato all’attività di somministrazione, e contratto di apprendistato professionalizzante. Non c’è molto tempo per gli imprenditori, perché il Bonus Neet sarà concesso fino a esaurimento delle risorse disponibili, pari ad appena 85,7 milioni di euro.
Il rimborso del 60% si riduce al 20% dell’importo mensile della retribuzione lorda se c’è un cumulo con altri incentivi o aiuti (a eccezione degli sgravi per l’apprendistato professionalizzante). Ciò che rende il nuovo Bonus Neet monco è che, come ha spiegato l’Inps con una propria circolare, il beneficio passa al 20% anche nel caso in cui il giovane fruisca dello sconto sul cuneo fiscale in vigore da luglio a dicembre 2023 per retribuzioni fino a 35mila euro annui.
Visti gli stipendi italiani, praticamente quasi nessun giovane under 30 potrebbe beneficiare della misura piena del bonus Neet. La direzione centrale Inps ha inoltre specificato che “non risulta percorribile l’ipotesi di prevedere la possibilità di rinunciare alla fruizione dell’esonero Ivs spettante al lavoratore al fine di consentire al datore di lavoro di fruire di un incentivo di entità superiore”.
Intanto la crisi occupazionale e il tema del salario minimo continuano a tenere banco nel governo: a settembre arriverà ‘Sviluppo Lavoro Itali’”, l’agenzia tecnica del ministero del Lavoro, che sostituirà Anpal Servizi che ha certificato la spesa di appena il 35% degli oltre 10 miliardi di euro ricevuti dal 2015. Pesano sul mercato del lavoro italiano anche il mancato potenziamento dei centri per l’impiego che hanno visto l’assunzione di appena quattromila nuovi operatori contro gli undicimila preventivati.
Inoltre, nonostante oltre un milione di persone si siano registrate al programma Gol, requisito indispensabile per accedere al nuovo Bonus Neet, solo il 10% dei percorsi formativi ha visto la luce. Il programma Garanzia di occupazione lavorativa prevede finanziamenti per circa 5 miliardi di euro e il coinvolgimento di tre milioni di persone entro il 2025.
Un’altra strada con cui il Governo Meloni vuole dare soluzione all’annoso problema del lavoro è il Supporto per la formazione e il lavoro, strumento che vuole sostituire il Reddito di cittadinanza. Questo programma è destinato a persone tra i 18 e i 59 anni appartenenti a nuclei familiari con Isee inferiore a 6.000 euro. Consiste nella partecipazione a programmi di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento, accompagnamento al lavoro e politiche attive del lavoro. Il richiedente firma un patto di servizio personalizzato con i servizi per il lavoro e può ricevere offerte di lavoro o partecipare a percorsi di formazione. Inoltre, l’aspirante lavoratore riceve 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi durante la frequentazione dei corsi.
Il mix di inverno demografico, basso livello di competenze e abbandono scolastico rischia di diventare letale per l’economia italiana, che deve trovare nuove via d’uscita per agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.