ROMA – Il credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto dei dispositivi di protezione sancito dall’art. 125 del Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 – cd bonus sanificazione – previsto inizialmente al 60% e finalizzato a favorire l’adozione di misure dirette a contenere e contrastare la diffusione del Covid-19.
I destinatari del contributo sono gli esercenti attività d’impresa, arte o professione, indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale, dal settore economico in cui operano.
Sono agevolabili le spese sostenute nel corso del 2020, riguardanti la sanificazione degli ambienti di lavoro e degli strumenti utilizzati nell’ambito dell’attività lavorativa, l’acquisto di dispositivi e prodotti per la sicurezza, quali dispositivi di protezione individuale quali guanti, mascherine, visiere, occhiali protettivi e tute di protezione, prodotti detergenti e disinfettanti, dispositivi di sicurezza diversi da quelli di protezione individuale, quali termoscanner e vaschette igienizzanti, conformi ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa europea, e altresì dispositivi atti a garantire la distanza interpersonale, come ad esempio barriere e pannelli protettivi.
Il termine di presentazione delle domande al fine di ottenere il riconoscimento del suddetto credito è stato lo scorso 7 settembre, all’interno della domanda occorreva indicare l’ammontare di spesa sostenuta fino al momento della data di presentazione della domanda e un previsionale di spesa da sostenere entro la fine dell’anno 2020.
Dunque, i contribuenti interessati hanno sostenuto e programmato un budget di spesa per l’acquisto di dispositivi di protezione, considerando tra i vari parametri la possibilità di accedere ad un credito di importo pari al 60%.
Allo scadere della presentazione delle domande, l’Agenzia delle Entrate con il provvedimento n. 302831/2020 dell’11 settembre comunica che, a seguito delle domande presentate e considerando inoltre il tetto di spesa stabilito pari a 200 milioni di euro, l’ammontare massimo del credito d’imposta utilizzabile, fissandolo al 15,6423%.
Dunque, di fatto l’Agenzia delle Entrate con il provvedimento suindicato riduce drasticamente il credito d’imposta al 9,3854% e non più il 60% come previsto inizialmente.
La situazione di fatto su quanto accaduto scoraggia ulteriormente le imprese che oltre a vivere quotidianamente una situazione economica e sociale di totale incertezza, la stessa è aggravata poi anche da una negata possibilità di programmare un piano di spesa che si basi su dei parametri certi, quali una percentuale di credito d’imposta, che prima della presentazione delle domande era il 60% per poi diminuire e assestarsi drasticamente al 15,6423%.