Ambiente

Bonus verde 2024: cos’è, a chi spetta e come presentare domanda

È stato confermato anche per il 2024 il bonus verde, l’agevolazione che supporta le spese di rifacimento di giardini, terrazzi e aree scoperte di pertinenza. È possibile richiedere il bonus senza specifici requisiti Isee e avere la detrazione fino a 1.800 euro per unità immobiliari a uso abitativo.


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Vediamo nel dettaglio quali sono gli interventi detraibili e a chi spetta il bonus verde 2024.

Cos’è il bonus verde 2024

Il bonus verde è una detrazione Irpef del 36%, su un massimo di 5.000 euro di spesa (iva inclusa) per ogni unità immobiliare, sulle spese relative agli interventi straordinari effettuati per la sistemazione di terrazzi, giardini e, più in generale, aree verdi di edifici privati. Il risparmio finale è di massimo 1.800 euro per beneficiario.

È stato introdotto con la legge di Bilancio 2018 e prorogato nel 2019 con la legge 30 dicembre 2018, n. 145 e prorogato più volte, l’ultima dalla legge di Bilancio 2022 che l’ha rinnovato per gli anni 2023 – 2024.

Chi sono i beneficiari del bonus verde 2024

Possono usufruire del bonus verde le seguenti categorie specifiche di soggetti:

  • proprietari dell’immobile;
  • titolari di nuda proprietà;
  • usufruttuari;
  • persone che hanno l’immobile in comodato d’uso;
  • inquilini in affitto;
  • case popolari;
  • condomini, enti pubblici o privati che corrispondono l’IRES.

Ovviamente, il bonus verde si riferisce all’immobile su cui si effettuano i lavori. Dunque:

  • chi detiene la proprietà o è titolare di diritto sull’immobile può sommare le detrazioni per la spesa sostenuta su ciascun immobile di sua proprietà;
  • in caso di vendita di un’unità immobiliare dove sono stati eseguiti degli interventi previsti nel bonus verde, la detrazione non utilizzata in parte o del tutto viene trasferita al nuovo proprietario, o a chi lo supplisce nell’immobile, per i rimanenti periodi d’imposta salvo diverso accordo delle parti;
  • in caso di decesso dell’avente diritto, la fruizione del beneficio fiscale si trasmette interamente all’erede che conserva la detenzione diretta e materiale dell’unità immobiliare.

Bonus verde 2024 per i condomini

Rientrano tra le agevolazioni del bonus verde 2024 anche le spese sostenute per interventi eseguiti sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali – anche in questo caso – fino a un massimo di 5.000 euro per le unità immobiliari a uso abitativo.

In questo caso, però, ha diritto alla detrazione il singolo condomino nel limite della quota condominiale a lui imputabile: è opportuno, inoltre, che la quota condominiale sia stata effettivamente versata al condominio nei termini di presentazione della dichiarazione dei redditi in cui viene richiesto lo sconto Irpef.

L’agevolazione, in questo particolare caso, viene divisa in 10 anni a quote costanti, a partire dall’anno in cui sono state sostenute le spese. Gli interventi ammessi all’agevolazione sono solo quelli innovativi o modificativi delle aree verdi, mentre la detrazione non spetta per le spese sostenute per i lavori fatti in economia e per la manutenzione ordinaria e periodica di giardini condominiali preesistenti.

Come funziona il bonus verde 2024

Il bonus verde è valido per gli interventi rivolti alle aree verdi degli edifici privati. In buona sostanza, chi esegue i lavori anticipa i soldi per l’intervento e parte di essi gli saranno poi “restituiti” con uno “sconto” annuale – una detrazione appunto – sull’Irpef da versare.

L’agevolazione fiscale si applica nella dichiarazione dei redditi e va ripartita in dieci quote annuali di pari importo, calcolate con un limite di spesa di 5.000 euro, fino al massimo di 1.800 euro per ogni unità immobiliare a uso abitativo. La detrazione, infatti, non è prevista per gli immobili che hanno una funzione diversa da quella abitativa, come gli uffici e i negozi.

In caso di immobili residenziali adibiti sia ad attività commerciali che per l’esercizio di una professione, la detrazione si riduce della metà, sarà pari, dunque, a un massimo del 18% sulle spese sostenute, sempre considerando il tetto di 5.000 euro.

Interventi detraibili

L’agevolazione fiscale bonus verde 2024 può essere applicata esclusivamente alle spese eseguite per i seguenti interventi:

  • sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, recinzioni o pertinenze, realizzazione di pozzi e di impianti d’irrigazione;
  • realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili;
  • spese di manutenzione e di progettazione, solo se connesse all’esecuzione dei due tipi di interventi precedentemente citati;
  • realizzazione di fioriere e allestimento a verde di balconi e terrazzi, purché si tratti di opere permanenti e sempre che si riferisca ad un intervento innovativo di sistemazione a verde degli immobili residenziali;
  • progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi in questione.

Contrariamente, sono escluse dalla detrazione le spese relative alle seguenti attività:

  • manutenzione ordinaria dei giardini già esistenti che non prevedono alcun lavoro modificativo o innovativo;
  • interventi in economia fatti dal proprietario o semplice acquisto di vasi da balcone.

Requisiti per ottenere il bonus verde 2024

Per ottenere il bonus verde è necessario che l’intervento sia certificato con il rilascio, da parte della ditta esecutrice, di una ricevuta fiscale valida ai fini di eventuali accertamenti o di una fattura.

Inoltre, è obbligatorio mettere nero su bianco un’autocertificazione dove indicare la somma totale delle spese portate in detrazione, garantendo che si tratti di lavori documentati e reali che rispettano le normative di legge. Le spese vanno indicate nel quadro “E” del modello 730 dell’anno in cui sono state sostenute, con il codice “12”. La dichiarazione dei redditi interessata sarà sottoposta ai controlli dell’Agenzia delle Entrate che verificherà la documentazione disponibile a supporto dei lavori eseguiti.

L’unico modo per usufruire del rimborso fiscale è attraverso lo sgravio diretto dell’imponibile Irpef e non si può cedere il credito maturato a banche o altre aziende, né richiedere lo sconto in modo diretto alla ditta esecutrice dei lavori o al fornitore.

I documenti da presentare

Nella fase della dichiarazione dei redditi per l’anno interessato bisogna presentare al proprio commercialista, consulente fiscale o a un CAF autorizzato, una serie di documenti, ovvero:

  • fatture o ricevute con codice fiscale del beneficiario della detrazione e descrizione dettagliata dell’intervento effettuato;
  • autocertificazione in cui si attesta che le spese non hanno superato il limite massimo di 5.000 euro previsto della detrazione;
  • documentazione dell’avvenuto pagamento delle spese con mezzi tracciabili;
  • nel caso dei condomini, l’amministratore deve presentare la dichiarazione in cui attesta di aver adempiuto a tutti gli obblighi di legge. Inoltre, deve accertare che la somma della quota spettante è stata corrisposta dal condomino;
  • nei casi in cui un condominio presenti meno di 8 condomini o se l’edificio non ha un codice fiscale, i proprietari o inquilini devono presentare l’autocertificazione che attesti i lavori effettuati, oltre ai dati catastali delle singole unità immobiliari.

Per quanto riguarda le modalità di pagamento, è necessario che la parcella venga erogata attraverso mezzi tracciabili, quali carte di credito, bancomat, assegni non trasferibili, bonifico bancario o postale.

Nonostante la normativa non preveda una dicitura specifica per il bonifico bonus verde, l’Agenzia delle Entrate nella circolare n.13 del 19 maggio 2019 ha specificato che il bonifico deve avere una serie di specifiche (questo il motivo per cui viene definito “bonifico parlante”) e dunque, al suo interno, devono risultare:

  • la causale del versamento dalla quale si evince il pagamento effettuato per gli interventi di recupero del patrimonio verde che danno diritto alla detrazione;
    codice fiscale del beneficiario della detrazione che può essere anche diverso dall’ordinante il bonifico;
  • il numero di partita IVA o il codice fiscale del soggetto a favore del quale è stato effettuato il bonifico.

Se per errore sul bonifico non ci dovessero essere tutti i dati richiesti, la detrazione spetterà solo se il contribuente risulterà in possesso di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà rilasciata dall’impresa. In tale atto, la ditta dovrà attestare che i corrispettivi accreditati a suo favore sono stati contabilizzati per un intervento soggetto ad agevolazione.

Quali documenti conservare

L’Agenzia delle Entrate indica, inoltre, i documenti da conservare:

  • fatture o ricevute fiscali idonee a comprovare il sostenimento della spesa e la riconducibilità della stessa agli interventi agevolabili;
  • documentazione attestante il pagamento tracciabile: assegni bancari, postali o circolari non trasferibili, bonifici, bancario o postale, carte di credito o debito;
  • autocertificazione attestante che l’ammontare delle spese sulle quali è calcolata la detrazione da parte di tutti gli aventi diritto non ecceda il limite massimo ammissibile;
  • dichiarazione dell’Amministratore condominiale che attesti di aver adempiuto a tutti gli obblighi previsti dalla legge e che certifichi l’entità della somma Corrisposta dal condomino e la misura della detrazione. In assenza di amministratore, documentazione inerente la spesa sostenuta;
  • in mancanza del codice fiscale del condominio minimo (documentazione ordinariamente richiesta per comprovare il diritto alla agevolazione), autocertificazione che attesti la natura dei lavori effettuati e indichi i dati catastali delle unità immobiliari facenti parte del condominio.