PALERMO – “Quello del BonuSicilia è un fallimento annunciato. Non c’è solo il crash tecnico di lunedì, infatti, ma imprese escluse in modo arbitrario, troppi adempimenti sia burocratici che tecnici, oltre che un metodo, quello del click-day, al profondamente sbagliato, perché subordina la sopravvivenza di un’azienda a un colpo di fortuna. Per cui la sola opzione sarebbe quella di riscrivere il bando. Riproporre a domani il click-day sarebbe sbagliato”.
A dirlo in una nota Stefano Ruvolo, presidente nazionale Confimprenditori, sottolineando che “aveva ragione chi sconsigliava il metodo del click-day. Ma è stato ignorato. E sbagliava chi ancora domenica ha voluto rassicurare tutti sulla sicurezza della procedura. Perseverare nell’errore, ripetendolo nonostante il fallimento, sarebbe doppiamente grave”.
“Adesso, come presidente nazionale di Confimprenditori, chiedo un incontro urgente con le istituzioni al fine di modificare interamente il bando e mettere a disposizione delle imprese un reale aiuto economico piuttosto che un aggravio di adempimenti.Siamo ancora in tempo”, conclude Ruvolo.
Salvatore Politino, Presidente Regionale di Unimpresa Sicilia, propone invece di rivedere la formula di invio delle istanze: “Sarebbe opportuno – secondo Politino – che per evitare collassi del sistema informatico della regione, fosse data la possibilità alle imprese di poter inviare a mezzo Pec l’istanza compilata e firmata digitalmente, con una procedura a sportello. Ciò permetterebbe di creare una graduatoria sulla base dell’orario di invio della Pec e darebbe l’opportunità di verificare il possedimento dei requisiti delle istanze pervenute.
Secondo il Presidente di Unimpresa, inoltre, ciò garantirebbe una maggiore trasparenza e darebbe l’opportunità a tutte le imprese di partecipare al bando e accedere al contributo fino ad esaurimento dello stesso.
Al contrario l’attuale procedura prevista, ovvero il “Click Day”, oltre ad essere poco affidabile, prevederebbe il blocco dei protocolli al raggiungimento delle istanze per un importo pari al 120% di quello stanziato: ciò non garantirebbe che le istanze pervenute siano tutte ammissibili e, dunque, precluderebbe l’accesso alle numerose imprese che pur avendone fatto richiesta non hanno avuto accesso al beneficio.