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Borse e scarpe da scarti arance e ficodindia, la sfida green della Ohoskin

a sfida green della startup siciliana Ohoskin

CATANIA – Si chiama Ohoskin, è tutta “Made in Sicily” e rappresenta la prima alternativa eco-friendly e cruelty-free alla classica pelle di lusso. Si tratta di un materiale ecosostenibile composto da arance, o meglio da ciò che resta di esse dopo la lavorazione industriale per il settore alimentare e cosmetico, a cui si aggiunge il residuo della lavorazione delle pale di ficodindia.

La maternità dell’idea è dell’imprenditrice catanese Adriana Santanocito, da sempre innamorata della sua terra, laureata in Fashion Design all’Afol Moda di Milano con specializzazione in nuovi materiali tessili e tecnologie per la moda sostenibile. Da febbraio 2014 ad aprile 2019, ha ricoperto il ruolo di legale rappresentante per la Pmi Orange Fiber srl e dal 2020 è amministratore unico della startup Ohoskin srl nonché presidente del consiglio di amministrazione della Sicilbiotech srl. Il Quotidiano di Sicilia l’ha intervistata in esclusiva per saperne di più su questo rivoluzionario materiale che segna un cambio di passo decisivo verso una rivoluzione sostenibile nel mondo della moda e del design.

Dopo il successo di Orange Fiber, la passione per la Sicilia e la ricerca di materiali ecosostenibili l’hanno portata a ideare Ohoskin. Com’è nata l’ispirazione per il progetto?
“Un po’ per caso, un po’ per amore. Sono sempre stata legata alla mia terra e conoscerne il tessuto imprenditoriale e le sue problematiche mi ha aiutato moltissimo. Alla fine del 2019, alcuni imprenditori mi hanno raccontato il loro problema dello smaltimento dei reflui di lavorazione della filiera del ficodindia. Nello stesso periodo scopro che l’industria della pelle è una delle più inquinanti all’interno dell’industria tessile. Fino all’80% della pelle viene conciata al cromo e i suoi effetti sull’ecosistema sono devastanti, oltre a sacrificare animali. Nasce così l’idea di Ohoskin, l’alternativa alla pelle animale, 100% italiana, sostenibile e cruelty free a partire da arance e fichidindia”.

Da dove reperite i sottoprodotti di lavorazione industriale di arance e cactus? È attiva qualche partnership con aziende locali e/o nazionali?
“Da subito abbiamo stretto partnership per assicurarci l’approvvigionamento della materia prima, la scalabilità della capacità produttiva e la possibilità di rispondere in tempi molto brevi al mercato. Abbiamo creato una filiera di produzione solida e tutta Made in Italy che parte dalla Sicilia con Sicilbiotech Srl, un’alleanza tra Ohoskin e aziende del settore agroindustriale e chimico. Usiamo gli impianti dei nostri partner per produrre un biopolimero già depurato delle sostanze inutili per noi, ma preziose per gli altri membri dell’alleanza. In questo modo, otteniamo la nostra materia prima chiudendo un’economia circolare e trasformando i reflui in risorse”.

La pelle ecosostenibile Ohoskin può essere utilizzata nella produzione di prodotti legati al mondo automotive, interior design e accessori della moda. Può farci qualche esempio nello specifico?
“Le caratteristiche estetiche e tattili del materiale, unite alle sue prestazioni, rendono Ohoskin un’alternativa ideale alla pelle per tutti quei brand del lusso che vogliono adottare un approccio più consapevole e sostenibile nella produzione. C’è un pubblico sempre più numeroso di persone che vorrebbero vivere in modo più responsabile ed etico, senza rinunciare alla qualità e alle sensazioni della pelle nelle loro borse, scarpe, divani o negli interni delle loro auto”.

Quali potrebbero essere le differenze tra Ohoskin e qualsiasi altro tipo di pelle per il consumatore?
“Rispetto alla pelle animale, dal punto di vista delle caratteristiche estetiche e di qualità, Ohoskin è del tutto paragonabile. Rispetto all’ecopelle tradizionale a base di poliuretano, invece, ha anche una durabilità superiore. Per quanto riguarda gli altri materiali bio-based, noi siamo in grado di offrire contemporaneamente una produzione industriale, un processo sostenibile, filiera trasparente e 100% Made in Italy”.

Come è possibile acquistarla?
“Trattiamo direttamente con le aziende che ce ne fanno richiesta e dal prossimo mese sarà possibile acquistare delle campionature – per test e non a scopo commerciale – sul nostro sito www.ohoskin.com”.

Il prodotto, una volta consumato, può essere facilmente smaltito?
“In merito stiamo lavorando al calcolo Lca del nostro prodotto e della nostra carbon print ed entro fine anno contiamo di rendere trasparente l’impatto della nostra filiera di produzione”.

Crede che la pelle vegana potrà, in un futuro non troppo lontano, sostituire del tutto la pelle classica?
“È presto per dirlo. Tuttavia, la crescente consapevolezza dei consumatori riguardo le tematiche ambientali e i diritti degli animali tuttavia sta spingendo la domanda di alternative vegane alla pelle per realizzare i loro prodotti. Il senso di un prodotto come Ohoskin è proprio accelerare questa transizione, sollevando brand e consumatori da un dilemma, senza più essere costretti a fare compromessi tra ciò che ama e ciò che è giusto”.

Progetti per il futuro?
“Continuare a fare ricerca per rendere il prodotto Ohoskin sempre più sostenibile. Punto a entrare entro il 2021 nel mercato degli accessori moda e arredamento e nel mercato dell’auto entro il 2022. Un altro obiettivo è espandere il team. Una delle cose di cui vado più orgogliosa è l’aver contribuito a creare occupazione in Sicilia trattenendo giovani che possono continuare a lavorare e costruire il loro futuro qui. Sento moltissimo, come imprenditrice, il compito di contribuire allo sviluppo della mia terra attraverso i suoi frutti migliori: che siano arance, fichidindia o, soprattutto, persone di talento”.