Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha presenziato stamattina alla caserma Lungaro, insieme con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il capo della Polizia, Vittorio Pisani, alle commemorazioni in occasione del 32° anniversario dell’uccisione del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta. Dopo la deposizione della corona d’alloro presso la lapide che all’interno dell’Ufficio scorte della Questura ricorda i caduti di Capaci e via D’Amelio, il presidente ha partecipato alla Santa messa celebrata nella cappella “San Michele Arcangelo” della caserma, dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.
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“Ho voluto essere presente – sottolinea Schifani – in questo giorno di ricordo e di dolore per portare la vicinanza della comunità siciliana ai familiari delle vittime di tutte le stragi mafiose. Un momento di commozione che ci deve fare riflettere. Faccio mie le parole dell’arcivescovo Lorefice durante l’omelia sull’impegno comune di tutti i siciliani a costruire una città sempre più conformata al rispetto degli altri e delle regole della convivenza sociale, una città della solidarietà e della pace, una città generativa e accogliente, pronta a proporre un futuro di vita e di speranza alle nuove generazioni. E in tal senso, rinnovo il mio auspicio affinché lo Stato faccia finalmente luce sulla strage di quel 19 luglio del 1992, un dovere morale per non rendere vano il sacrificio di questi eroi”.
“La strage di via d’Amelio, fuori da ogni retorica che purtroppo puntualmente ogni anno si ripresenta, ci fornisce un insegnamento concreto, uno stimolo continuo ad interrompere la spirale di illegalità che drena risorse economiche, mette in ginocchio le imprese e avvelena la società civile”. Così Jose Marano, deputata regionale M5s e componente della Commissione Antimafia all’Ars, ricorda il giudice Paolo Borsellino nel 32esimo anniversario dalla sua uccisione per mano della mafia in cui a perdere la vita furono anche gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Lui, Walter Cosina e Claudio Traina.
“La lotta alla mafia – prosegue la parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana – vive una fase di pericoloso scollamento tra le dichiarazioni di intenti di molta parte della politica e delle istituzioni da una parte e la cronaca dei fatti dall’altra, che ci raccontano una società ancora pervasa dalla criminalità e spesso addirittura refrattaria a quella cultura della legalità che dovrebbe essere il nostro faro, la nostra guida. Eroi come Paolo Borsellino rappresentano per noi una iniezione di fiducia, ci ricordano che lo Stato c’è ma soprattutto che lo Stato siamo noi”