Il Sud esiste

Bps, una banca socialmente responsabile

La trasformazione della BPS in Spa era inevitabile essendosi esaurite le difese giudiziarie. Però si è avviato un dibattito sulla possibilità che la trasformazione in SPA venga accompagnata da alcune difese legali per mantenere, almeno in parte, le caratteristiche proprie di banca territoriale e socialmente responsabile, come è sempre stato nel suo statuto e nel suo operare. L’unica dichiarazione nell’assemblea lunare è stata quella del consigliere delegato e direttore generale Mario Alberto Pedranzini, un intervento onesto, lucido e appassionato che ha ripercorso la storia della Banca e che ha ribadito l’impegno a conservare gli antichi valori anche nella nuova forma giuridica. Ma non potrà mantenere la sua promessa da solo.

Secondo un gruppo di persone, valtellinesi o meno, compreso chi vi parla, ciò è, almeno in parte, possibile ma è escluso che il vertice della Banca riesca a realizzare queste difese da solo, senza il sostegno, lo stimolo e l’appoggio di un numero consistente di quei soci che si rendono conto che una BPS, senza difese, verrebbe necessariamente, prima o poi, fagocitata da qualche gruppo finanziario forte e ciò sarebbe una grande perdita per il territorio e la popolazione valtellinese soprattutto per i ceti imprenditoriali, artigianali, professionali.
Queste persone hanno perciò costituito un Comitato per sostenere l’autonomia e l’indipendenza della BPS. Il Comitato ha ad oggi raccolto oltre 800 adesioni oltre molti giudizi apertamente positivi da parte di personalità, operatori e studiosi del sistema bancario.

L’obiettivo del Comitato è unico, semplice e chiaro

L’obiettivo è quello di suscitare un dibattito pubblico per rendere la popolazione sempre più consapevole dell’importanza della partita in gioco. Per questo ci ripromettiamo di partecipare a dibattiti in Valle ovunque vi siano gruppi interessati. Personalmente mi auguro che, partendo da questo caso emblematico, si riapra anche un dibattito nazionale sullo stato del sistema bancario che, per le banche minori, comprese le BCC, e per le imprese minori, è pessimo e destinato a peggiorare, senza un riesame serio dell’intera questione.

La lettura della stampa locale successivamente alla trasformazione mi ha confortato. Finalmente un dibattito serio c’è stato, finalmente il territorio ha fatto sentire la sua voce, finalmente esponenti di alcuni ceti produttivi hanno espresso i loro timori e le loro esigenze. Anche il tema della Società Benefit sollevato dal Comitato è entrato nel dibattito e sulla stampa locale. Questo era l’obiettivo principale dichiarato dal Comitato in questa fase.
Mario Pedranzini nel corso della conferenza stampa successiva, ha chiaramente espresso che la banca proseguirà nella sua strategia di grande attenzione e sostegno allo sviluppo del territorio.