Un folla di sostenitori dell’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha assaltato a Brasilia il palazzo del Congresso, la Corte Suprema e la sede del governo. La polizia, schierata a difesa dell’area, ha lanciato lacrimogeni, ma non è riuscita ad evitare l’avanzata della folla. L’intervento successivo delle forze di sicurezza ha portato all’arresto di almeno 400 persone, fermate per danneggiamento del patrimonio pubblico. Attorno alla mezzanotte italiana, tutte le sedi istituzionali sono tornate sotto il controllo delle autorità.
I “fanatici fascisti” saranno puniti, ha detto il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che si è riunito con i ministri in un meeting d’emergenza nello stato di San Paolo, dove si è recato per monitorare i danni provocati dalle inondazioni. Prima di rientrare a Brasilia, Lula ha decretato “l’intervento federale” nella sicurezza nel distretto della capitale fino al 31 gennaio.
Lula ha condannato la violenza che “non ha precedenti”. “Non è mai avvenuto nella storia di questo Paese”, ha detto il presidente, che si è insediato per il terzo mandato esattamente una settimana fa. “Tutti i vandali saranno trovati e puniti”, ha aggiunto. Lula ha definito “barbari” i manifestanti, “queste persone rappresentano tutto ciò che è abominevole in politica, invadere la sede del governo, la sede del Congresso e la sede della Corte Suprema come veri e propri vandali che distruggono tutto ciò che incontrano”. Lula ha accusato senza mezzi termini la polizia: “La polizia non ha fatto nulla, ha solo fatto entrare i manifestanti”, ha denunciato il presidente. Intanto l’Avvocatura generale brasiliana ha chiesto alla Corte Suprema l’arresto di Anderson Torres, segretario alla Sicurezza del distretto federale di Brasilia ed ex ministro della Giustizia di Bolsonaro, e di tutte le persone coinvolte negli assalti di oggi.
I manifestanti hanno forzato il cordone di polizia e sono riusciti a irrompere in diversi edifici istituzionali. Centinaia di persone sono entrate nel Congresso e nella sede della Corte Suprema: nel palazzo del Tribunale Supremo sono intervenuti rapidamente reparti delle forze di sicurezza che hanno preso il controllo della situazione e bloccato diversi responsabili dell’assalto. Il caos nel paese deriva dal mancato riconoscimento della vittoria di Lula alle elezioni presidenziali. L’assalto ricorda quello subito dal Congresso americano dopo la vittoria di Joe Biden su Donald Trump il 6 gennaio 2021.
Quello che sta succedendo a Brasilia è “scandaloso”. Lo ha detto il presidente americano Joe Biden commentando l’assalto alle istituzioni in dichiarazioni ai giornalisti durante la sua visita a El Paso, al confine tra Texas e Messico.
“Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane”. Lo scrive su twitter il premier Giorgia Meloni commentando l’assalto dei sostenitori di Bolsonaro alle sedi istituzionali brasiliane a Brasilia.
“La mia assoluta condanna dell’assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. Pieno sostegno al presidente Lula Da Silva, eletto democraticamente da milioni di brasiliani attraverso elezioni libere e corrette”. Lo scrive su twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “Profondamente preoccupata per quanto sta accadendo in Brasile. La democrazia va sempre rispettata. Il parlamento europeo è dalla parte del governo Lula e di tutte le istituzioni legittime e democraticamente elette”, il tweet della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.
Il giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes ha destituito per 90 giorni il governatore di Brasilia, Ianeis Rocha, per essere stato presumibilmente a conoscenza dell’assalto alle istituzioni da parte di sostenitori di Bolsonaro. Moraes ha preso questa decisione a seguito della richiesta di un senatore, Randolfe Rodrigues, e dell’ufficio del procuratore generale, considerando che i manifestanti avevano l’approvazione del governo di Brasilia per compiere l’assalto. “La violenta escalation di atti criminali ha portato all’invasione dei palazzi del Palazzo Planalto, del Congresso Nazionale e della Corte di Cassazione Federale, con depredazione di beni di demanio pubblico, come ampiamente riportato dalla stampa nazionale”, ha dichiarato il magistrato, aggiungendo che “queste circostanze potrebbero verificarsi solo con il consenso, e anche l’effettiva partecipazione delle autorità competenti in materia di pubblica sicurezza e intelligence, poiché l’organizzazione delle presunte manifestazioni era un fatto notorio, che è stato diffuso dai media brasiliani”.
“Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. Invece, i saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come avvenuti oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali“. Lo ha scritto su Twitter l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro negando la propria responsabilità per l’assalto alle istituzioni a Brasilia da parte dei suoi sostenitori. A più di sette ore dall’attacco agli edifici pubblici, l’ex presidente brasiliano ha assicurato che durante il suo mandato ha “sempre” rispettato la Costituzione, “rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la sacra libertà”. “Inoltre – ha aggiunto – ripudio le accuse, senza prove, che l’attuale capo dell’Esecutivo del Brasile mi ha attribuito”. Allo stesso modo, Bolsonaro ha paragonato gli eventi accaduti ieri, che ha descritto come “depredazioni e invasioni” con le manifestazioni indette dalla sinistra”, affermando che “sfuggono alle leggi”, poiché “manifestazioni pacifiche e legali fanno parte della democrazia”.