Non si placano le polemiche sul maxi assembramento a Cagliari per festeggiare l’approdo dell’Italia alla finale degli Europei di calcio dopo la partita con la Spagna. Una serata che ha portato anche a qualche eccesso: spuntano infatti altri video della serata brava di alcuni giovanisimi.
Nelle immagini amatoriali girate con uno smartphone si vede una folla di giovani accalcati in mezzo a piazza Yenne e che, incuranti delle regole sul distanziamento sociale e senza alcuna mascherina, spintonano un rider a bordo di uno scooter sino a farlo cadere sull’asfalto. E mentre altri giovani cercano di placare gli animi, sull’uomo piovono schiaffi, calci e colpi di asta di una bandiera Tricolore. Qualcuno lo aiuta a risollevare lo scooter, tenendo a freno altri giovanissimi e così il rider può riprendere la sua corsa e il suo lavoro.
Migliaia i commenti tra chi grida “vergogna” e chi sollecita maggiori controlli e invece chi chiede “giustizia” per il rider auspicando che i giovani vengano riconosciuti nel video e sanzionati.
“Ciao Alessandro, vorrei che fossi domani qui da noi al Comune”. Il rider sarà ricevuto venerdì dal sindaco Paolo Truzzu. E’ lui stesso a raccontarlo: “Mi ha detto – spiega Alessandro Ghiani, 51 enne, rider da tre anni perché, “altro lavoro non ce n’è” – che avrebbe piacere di fare due chiacchiere con me”.
Una brutta esperienza. “Ma per me è tutto superato – racconta – certo al momento mi sono spaventato. Ma ricordo soprattutto i gesti di solidarietà: soprattutto un ragazzo e una ragazza che mi sono stati vicino e addirittura, pensando che mi avessero rubato le pizze, volevano ripagarmele”.
La follia di un gruppetto di ragazzi è scattata dopo che Alessandro ha sorpassato un pullman fermo in mezzo alla folla.
“Avevo la strada libera – racconta – ma improvvisamente sono stato inseguito da un gruppetto. Dico la verità: non mi hanno dato colpi alla faccia, ma molti battevano le mani sul casco. E anche quello fa male. Sono caduto perché qualcuno poi ha dato un calcio alla ruota. Ero disorientato, un po’ spaventato, ma non paralizzato dalla paura.
Sono sicuro che volessero prendermi le pizze, forse una bravata, forse avevano fame. In realtà io stavo trasportando delle birre che avevo nello zainetto , non avevo pizze”.
“Non capisco che cosa sia potuto succedere – racconta – passo tante volte in piazza Yenne anche in mezzo a tanta gente. Ma è chiaro che c’era un’atmosfera diversa: forse qualcuno aveva bevuto troppo. La finale di domenica? No, non passerò in piazza Yenne.
“Voglio ringraziare chi mi ha prestato soccorso – ha detto – quando li ho rassicurati dicendogli che stavo bene e che le birre erano in salvo mi hanno detto: vai e stai zitto, altrimenti, visto che non hanno trovato le pizze, ti rubano le birre. E ho continuato il mio lavoro“.