Calascibetta, in provincia di Enna, entra a far parte dei Borghi più belli d’Italia siciliani. Sull’argomento abbiamo intervistato il primo cittadino, Petro Capizzi.
Sindaco, avete raggiunto un risultato prestigioso, ce lo commenta?
“Indubbiamente è un punto non d’arrivo ma di partenza, perché avere avuto la possibilità, dopo una selezione abbastanza rigorosa, di essere inseriti tra i Borghi più belli d’Italia e quindi tra i più belli di Sicilia, da un lato ci dà grande soddisfazione ma dall’altro ci riempie di responsabilità in termini di conservazione e salvaguardia del territorio, valorizzazione dei beni culturali, ambientali, monumentali, delle tradizioni, degli usi, dei costumi della nostra comunità. Il vantaggio che abbiamo avuto è quello per cui Calascibetta, anche se si è ingrandita nel corso dei secoli con delle costruzioni moderne, ha comunque un nucleo primordiale medievale cosa che ci consente a pieno titolo di essere parte di questa bellissima famiglia dei Borghi più belli d’Italia e di Sicilia”.
Quindi, quali obiettivi vi ponete adesso?
“Nello specifico, recentemente si è svolta ad Erice l’assemblea regionale dei comuni che fanno parte dei Borghi più belli d’Italia in Sicilia ed un convegno nel quale si è parlato anche della valorizzazione dei Borghi attraverso i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
In questo senso ogni amministrazione deve pianificare una serie di attività che possano realmente valorizzare i territori dei comuni facenti parte dei Borghi più belli di Sicilia nelle proprie specificità e credo che l’occasione che non dobbiamo perdere, nell’utilizzo di queste risorse finanziarie che ci mette a disposizione lo Stato e la Comunità Europea, è quella di farli fruttare al massimo per implementare soprattutto quel turismo, che è certamente non di massa ma di nicchia e che però consente di riscoprire le meravigliose ed innumerevoli bellezze della Sicilia araba, normanna, aragonese, bizantina.
In tutti i nostri comuni e anche a Calascibetta c’è traccia di tutto ciò perché, essendo una città medievale, è stata dominata dalle popolazioni poc’anzi citate e ogni dominazione ha lasciato tracce del suo passaggio. Il compito di noi amministratori, oggi, è quello di riuscire nonostante sia trascorso tanto tempo, a conservare più o meno intatto il segno di quel passato che rappresenta la storia di questi territori”.
A proposito di turismo, quali iniziative in particolare avete in programma?
“Noi abbiamo una serie di tradizioni che si ripetono annualmente, che richiamano i turisti e coloro che sono originari di Calascibetta ma emigrati all’estero e che in queste occasioni ritornano: la Festa di Maria Santissima del Buon riposo che si celebra la prima domenica di settembre, la Sagra della salsiccia in cui vengono utilizzati i prodotti del territorio di Calascibetta o comunque delle aree dell’entroterra siciliano, il Palio dei berberi e poi, una tradizione che il covid ci ha costretti un attimo a mettere da parte in questi ultimi tre anni, è quella del Presepe vivente che si svolge in ambienti naturali illuminati con una luce artistica particolare e che coinvolge tutta la comunità. Potrei parlare di tanti altri eventi, ma ci vorrebbe molto più tempo”.
Per quanto riguarda le politiche giovanili cosa avete in mente? Pensa che l’ingresso tra i borghi più belli di Sicilia possa essere da input per queste iniziative?
“Noi, cogliendo la palla al balzo dell’ingresso tra i borghi più belli d’Italia abbiamo in mente di ripopolare il quartiere medievale di Calascibetta, nel centro storico, con iniziative di artigianato locale, scommettendo sui giovani e incentivandoli non solo economicamente ma anche esonerandoli dal pagamento dell’Imu e della Tari. Ovviamente non ci illudiamo perché sappiamo perfettamente che lo spopolamento dell’entroterra siciliano spesso e volentieri è legato alla mancanza di lavoro ma il fatto di scommettere sull’incentivazione di tutta una serie di piccole attività artigianali, che possano allocarsi nel centro storico, quello certamente cercheremo di realizzarlo”.
Roberto Pelos