Una brusca frenata, i tempi si allungano ulteriormente. Il previsto closing di fine aprile tra la SIGI e Joe Tacopina per l’acquisto del Catania è saltato. E adesso si dovrà negoziare nuovamente l’accordo, poiché il tycoon americano ha annunciato che il suo gruppo è costretto “a recedere dal contratto firmato a gennaio”. Attraverso una nota diramata questa mattina, l’avvocato statunitense ha voluto fare chiarezza sullo stato della trattativa.
“Molti giornalisti e tifosi mi hanno scritto – inizia così il comunicato – chiedendomi di dare un segnale, dunque anche se avevo scelto il silenzio per permettere a SIGI di lavorare senza pressione, ora è mio compito ed è quasi mio dovere chiarire alcune informazioni non accurate che ho letto sugli organi di informazione, nel corso delle ultime settimane, a proposito del closing per l’acquisizione del Calcio Catania”.
Tacopina ha elencato tutte le varie fasi che avrebbero dovuto portare al closing. “La chiusura dell’accordo, come noto, – continua l’ex patron del Venezia – era prevista per il 26 febbraio. Ero pronto a chiudere in tale data e avevo dato prova di possedere i fondi necessari, come richiesto dal contratto; Sigi non era pronta ed in grado di procedere, in quella data, perché non possedeva i molti documenti richiesti, incluse le fondamentali certificazioni attestanti la riduzione del debito. Abbandonare il progetto sarebbe stato nel pieno dei miei diritti legali ma non lo feci per amore della squadra, della città e dei tifosi”.
Difficoltà che inevitabilmente hanno allungato i tempi. “Diedi conseguentemente a Sigi, – aggiunge Tacopina – apprezzando la predisposizione e l’intenzione di raddoppiare gli sforzi per ridurre il periodo necessario, andando oltre le difficoltà legate anche ai tempi tecnici e burocratici, un’estensione di 60 giorni di tempo fino al 26 aprile, nuovo termine in chiave closing. In aggiunta e con grande volontà di collaborare, mi sono successivamente impegnato al fianco di SIGI per garantire il pagamento degli stipendi e il rispetto di altre scadenze, inviando 800.000 dollari”.
L’ex proprietario di Bologna e Venezia spiega che questo investimento fosse comunque legato alla consapevolezza che l’accordo di cessione sarebbe stato firmato il 26 aprile. “Dieci giorni prima era necessario ricevere tutti i documenti, a riprova che tutte le 12 condizioni del contratto erano state raggiunte. Ma – aggiunge Tacopina – non ho ricevuto questi documenti da Sigi: riconosco l’impegno e non dubito della volontà ma sul piano economico e giuridico, in base al contratto, era necessario produrre gli atti, non le rassicurazioni”.
Nonostante le continue rassicurazioni da parte di Sigi, Joe Tacopina lamenta il mancato arrivo dei documenti necessari per la chiusura della trattativa. Condizioni che non sono state soddisfatte, finora. “Il Calcio Catania è cuore anche per me, – aggiunge – sebbene qualcuno abbia giocato a lasciare intendere altro, e lo è perché sogno di poter guidare la riscossa del Catania, ma la riscossa del Catania potrà arrivare soltanto se l’azienda sarà solida: non bastano le rassicurazioni ma ci vogliono attestazioni, documenti e certificazioni, a fronte di piani industriali articolati nei minimi dettagli.
Io e il mio gruppo di lavoro abbiamo ricevuto email informali con vari aggiornamenti sulle situazioni pendenti, segnale apprezzabile ma insufficiente: ancor oggi non abbiamo i riscontri ufficiali, fondamentali e ineludibili, per chiudere. Si tratta, in particolare, di documenti necessari al tribunale per approvare il piano di riduzione del debito, che è fondamentale per l’iscrizione al prossimo campionato”.
“Anche per quanto riguarda la riduzione del debito – prosegue Tacopina – da parte degli organismi regionali competenti, non abbiamo ancora ricevuto nessun documento formale, solo una email informale da parte di SIGI: nella stessa, viene affermato che la riduzione ci sarà ed è certamente un elemento molto importante, ma al contempo si sottolinea la necessità dell’approvazione della sede dell’Agenzia delle Entrate di Palermo, non ancora ottenuta. Per la seconda volta, quindi, SIGI non si ritrova, purtroppo, nella condizione di soddisfare gli obblighi indispensabili per la chiusura”.
Rallentamenti che rischiano di compromettere la programmazione del prossimo campionato. “Una delle principali ragioni per la quale volevamo chiudere e prendere controllo del Calcio Catania da subito è la necessità di programmare i cambiamenti relativi alla prossima stagione, sia nel settore sportivo che in quello manageriale, ma i continui rinvii non rendono più possibile questa pianificazione. Se ci sarà un closing, a questo punto, potrà verificarsi soltanto dopo la fine del campionato”.
Dunque, recesso dal contratto preliminare stipulato a gennaio. Bisogna rinegoziare l’accordo: “Non essendo SIGI riuscita a soddisfare in tempo, nelle due circostanze citate, le clausole contrattuali sostanziali, ed essendo così tecnicamente impedita la chiusura, siamo infine costretti a recedere dal contratto firmato a gennaio. Nonostante il fatto che ancora una volta io abbia pieni diritti legali di abbandonare il progetto completamente, questa è l’ultima cosa che voglio fare e sono fiducioso di poter negoziare un nuovo accordo con SIGI, con date e scadenze più realistiche e comunque aggiornate alla luce della burocrazia. I termini del contratto dovranno essere modificati in base alla nuova situazione, vista la mancata chiusura nelle date previste”.
La palla dunque passa alla SIGI. “Questo dipenderà tutto da SIGI e dal suo lavoro, che seguo con rispetto e attenzione, ma voglio essere chiaro sul fatto che ho passato 8 mesi viaggiando ogni volta che era necessario verso Catania e ho investito quasi un milione di euro in costi e spese, cercando di chiudere questo accordo. Sarei veramente deluso e rammaricato se questo accordo per l’acquisizione del Catania non si concludesse positivamente. Sono ancora a disposizione e sto lavorando con SIGI ed i suoi rappresentanti, sto facendo tutto ciò che è in mio potere per fare in modo che l’accordo si firmi”.
Si preannunciano settimane di fuoco in casa Catania. Dal campo, dove la squadra di Baldini deve chiudere al meglio la regular season e a seguire i playoff, alle vicende extra campo. Dopo settimane di silenzio Tacopina è uscito allo scoperto, adesso tocca alla SIGi fare la propria mossa per cercare di evitare un’estate complicata come quella passata.