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Calcio “motore dell’Italia”, fatturato da 5 miliardi

È il calcio uno dei motori del Paese? A quanto pare, si. Il dato emerge dal 5/o bilancio integrato che la Figc ha sviluppato con la consulenza di PwC. Il calcio può anche essere considerato un valore aggiunto per lo sport, con 4,6 milioni di praticanti, 1,4 milioni tesserati Figc (il 24% del totale delle 44 Federazioni del Coni), oltre 570 mila partite all’anno (una ogni 55″), delle quali il 99% dilettantistiche e giovanili.


Nel bilancio Figc si sottolineano anche i “risultati 2019, l’efficienza organizzativa alimentata nell’ultimo anno anche dal processo di internalizzazione della strategia commerciale, lo sviluppo delle Nazionali, il potenziamento dell’attività giovanile, la crescita del movimento femminile e della dimensione internazionale”. “Il bilancio integrato ha un valore per la programmazione dell’era post-Covid – dice il presidente Figc, Gabriele Gravina – perché fotografa la dimensione e l’impatto socio-economico del calcio nel nostro Paese prima della pandemia. I riscontri sono impressionanti. Il calcio è sempre la grande passione degli italiani”.


Secondo il report 32,4 milioni si dichiarano interessati a questo sport, un numero rappresentativo del 64% della popolazione Over 18; a livello globale il calcio italiano ha un’audience di 2,3 miliardi di telespettatori. Il fatturato diretto generato dal calcio è sui 5 miliardi: il 12% del Pil del calcio mondiale viene prodotto in Italia. Un sistema che rappresenta il principale contributore a livello fiscale e previdenziale del sistema sportivo, con quasi 1,3 miliardi generati solo dal calcio professionistico e un’incidenza del 71,5% rispetto al gettito fiscale dello sport. Si aggiunge una raccolta dalle scommesse nel 2019 di 10,4 miliardi, quasi 5 volte più del 2006. Più rilevante l’analisi dell’impatto socio-economico del sistema calcio; i risultati di un programma di studio in partnership con l’Uefa (Sroi-Social Return on Investment Model) hanno permesso di rappresentare i benefici derivanti dalla pratica calcistica e il conseguente impatto sui conti nazionali: l’analisi ha definito il rilevante impatto socio-economico del calcio, che risulta pari nel 2018/19 a 3,1 miliardi, considerando l’indotto economico, sociale e sanitario.


Il documento rappresenta gli elementi che caratterizzano il modello di gestione Figc: dalle risorse per impostare i programmi strategici per la crescita del sistema, al capitale economico (ovvero dal bilancio di esercizio), con un valore della produzione pari nel 2019 a 174 milioni e un risultato netto positivo per 1,8 milioni. La Figc, negli ultimi 15 anni, è stata sempre in grado di produrre un utile, per un valore economico creato di 48,7 milioni.


Particolare importanza ha il Centro di Coverciano, sul quale la Figc ha investito 8,4 milioni nel quadriennio 2016/19. Nel 2019, la Federazione ha inoltre investito nel percorso della futura realizzazione di una nuova accademia federale nel Salaria Sport Village di Roma e valorizzato il ‘look and feel’ della sede di via Allegri. Oltre ai capitali sono diversi i programmi strategici impostati dalla Figc nel 2019, con l’attività delle 19 Nazionali che conta 262 partite, oltre 600 calciatori e calciatrici convocati, un investimento di circa 36 milioni, un’esposizione mediatica di 1,4 miliardi di telespettatori nel mondo e 123 milioni in Italia (+45% rispetto al 2018). La maglia azzurra resta il principale asset strategico.
Il bilancio integrato analizza anche lo sviluppo del calcio giovanile e femminile: negli ultimi 10 anni le tesserate sono cresciute del 46,6%, passando da quasi 19.000 nel 2008/09 a oltre 27.600 nel 2018/19.