Intervista

Caltagirone, parla il sindaco Roccuzzo: “Ereditato un disastro, costretti a tagli ma senza toccare la spesa sociale”

CALTAGIRONE – “Un periodo amministrativo molto intenso”. Lo definisce così il sindaco della città della Ceramica, Fabio Roccuzzo, di formazione cattolica, con un passato “nella grande famiglia della sinistra di Caltagirone” ed oggi esponente del Partito democratico. Il QdS lo ha incontrato per fare il punto sul suo operato.

“Stiamo dando attuazione ai tanti finanziamenti che abbiamo ottenuto partecipando ai bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Caltagirone si attesta come una delle città più virtuose in tal senso, con circa 30 milioni di euro di progetti finanziati che stiamo seguendo e monitorando” – ha dichiarato il primo cittadino.

A tal proposito: pochi giorni fa è stata approvata una mozione per sospendere i lavori della pista ciclabile. È un’opportunità sprecata? Sta già cercando un’altra soluzione?
“Intanto è una mozione del Consiglio comunale, quindi è un atto di indirizzo che io non sono tenuto ad applicare nella sua interezza. Cionondimeno valuterò correttivi e migliorie da apportare. Quello che trovo incomprensibile è che si alzi una protesta per il fatto che si realizzi una pista ciclabile in città, quando al contrario le piste ciclabili ormai sono un elemento di innovazione richiesto dalla Commissione europea che è funzionale a creare città sempre più green e a fare in modo che il numero di veicoli che transitano possano diminuire per fare spazio alle biciclette. La considero una politica davvero stupida ma a fronte della quale io cercherò di farmi interprete di tutte le richieste che i commercianti mi hanno presentato”.

Emergenza rifiuti. Lei ha dichiarato che a Caltagirone un cittadino su due non paga la Tari.
“Sì, e lo confermo. A Caltagirone un cittadino su due non paga la Tari e non si tratta di cittadini meno abbienti. Si tratta di cittadini che non lo fanno per scelta. Ci siamo dotati di un sistema digitalizzato che sovrappone i dati del Comune con quelli del catasto e con quelli dell’Agenzia delle entrate. Stiamo avviando un’azione decisa contro l’evasione fiscale perché tutti i cittadini devono concorrere ad espletare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che è interamente a carico dei cittadini attraverso il Piano economico finanziario che viene approvato. Abbiamo compiuto tanti passi avanti: siamo passati al 67% di differenziata in due anni, abbiamo aperto il centro comunale di raccolta, abbiamo ridotto in modo esponenziale gli abbandoni di rifiuti e le discariche in periferia, ma serve maggiore consapevolezza da parte dei cittadini che devono capire che pagare la Tari è necessario per garantire un servizio di qualità a tutti”.

C’è anche la questione dello stabilimento Kalat sito in contrada Poggiarelli, che è già stato finanziato dalla Regione ma per cui i lavori non sono ancora partiti.
“Una vicenda surreale. Abbiamo subìto un incendio doloso che due anni fa ha distrutto il nostro centro di compostaggio che era interamente a gestione pubblica, e il fatto che già venga dolosamente distrutto un impianto pubblico la dice lunga su quanti interessi privati possono gravitare in Sicilia attorno al tema dei rifiuti e delle ecomafie. Ci siamo attivati per predisporre un progetto e chiedere un finanziamento alla Regione che ci era stato promesso e garantito e addirittura decretato per poi prendere atto di come la Regione avesse sbagliato. Nel frattempo abbiamo già affidato i lavori alla ditta esecutrice per un importo di circa 11 milioni di euro. Da mesi attendiamo chiarimenti da parte dell’assessorato regionale perché ci dica quando ci darà i soldi dal momento che la realizzazione di questo impianto è di fondamentale importanza. Nel frattempo viviamo il dramma dei lavoratori che sono in cassa integrazione straordinaria e che scadrà il 31 dicembre, ma al momento non veniamo messi nelle condizioni di offrire a questi lavoratori soluzioni ottimali per la ripresa del lavoro che con ansia e pazienza attendono”.

Farà qualcosa in merito?
“Nei prossimi giorni noi sindaci ci incontreremo per mettere in campo un’azione comune. Ripristinare la corretta funzionalità dell’impianto di contrada Poggiarelli è per noi di fondamentale importanza per avere un servizio di qualità, per potere gestire noi in house il trattamento dei rifiuti e potere ridurre anche il Pef (Piano economico finanziario) e dunque anche la Tari dei cittadini”.

Un dissesto finanziario di 63 milioni di euro. È stata approvata l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato per gli anni 2021/2025. Possiamo dire che non è un periodo facile per il suo Comune?
“Io ho ereditato una situazione drammatica. Ho dovuto prendere atto di un disavanzo di 63 milioni di euro a fronte del quale si è reso necessario dichiarare il dissesto – che non è stata una scelta politica ma una scelta obbligata dettata dal Collegio dei revisori dei conti –. Stiamo lavorando per mettere l’Osl nelle condizioni di pagare i debiti pregressi e siamo arrivati a predisporre un’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrata che ora è al vaglio del ministero degli Interni e che ci auguriamo possa essere definitivamente approvata entro l’anno per mettere in Bonis il Comune di Caltagirone”.

Nel caso questo non dovesse accadere?
“Il ministero ci chiederà di apportare ulteriori correttivi e noi saremo obbligati ad apportarli nel rispetto delle procedure contabili”.

Nell’eventualità, cosa andrete a tagliare?
“Io ho compiuto una scelta di fondo, che è stata quella di non falcidiare la spesa sociale che serve per garantire piccoli sussidi a gente che esce dal carcere, famiglie che vivono sulla soglia della povertà, e penso che un’amministrazione comunale seria sia quella che si fa carico degli ultimi. Opereremo apportando tagli a manutenzioni e altri interventi mantenendo un livello adeguato di spesa sociale”.