I carabinieri del Ros hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa, nel corso delle indagini preliminari, dal Gip presso il locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Caltanissetta – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Salvatore Massimiliano Salvo, ritenuto “elemento di spicco della famiglia Salvo, gruppo criminale intraneo all’associazione mafiosa “Clan Cappello” di Catania”, come dicono gli inquirenti, “per l’omicidio di Prospero Leonardi, ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa di Enna, e per il contestuale tentato omicidio commesso ai danni di Angelo Drago, che si trovava in compagnia di Leonardi al momento del fatto, delitti avvenuti in Catenanuova il 23 maggio 2012”.
L’indagato in atto è ristretto in carcere in quanto condannato in via definitiva per i delitti di associazione di tipo mafioso ed associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. I reati contestati sono quelli di concorso in omicidio e di tentato omicidio, delitti entrambi aggravati dall’aver agito con premeditazione avvalendosi delle condizioni previste dall’art.416 bis c.p. (quale appartenente al “Clan Cappello”) e al fine di agevolare il sodalizio mafioso assicurandogli l’egemonia sull’attività estorsiva e di spaccio di sostanze stupefacenti nel paese di Catenanuova (Enna), con l’aggravante di aver commesso il fatto in ore serali e quindi in circostanze di tempo tali da ostacolare la pubblica o privata difesa.
L’indagine è stata avviata nel settembre del 2019 e trae origine dalla richiesta di riapertura delle indagini avanzata dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta a seguito delle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia. “Le articolate e mirate attività investigative espletate dai militari del Ros hanno consentito di ottenere nuovi e gravi elementi indiziari a carico di Salvatore Massimiliano Salvo circa la premeditazione dell’omicidio di Prospero Leonardi; gravi indizi ritenuti dal GIP riguardanti, in particolare, il personale coinvolgimento dello stesso quale mandante, organizzatore ed esecutore materiale dell’azione di fuoco, intento maturato in seno alla contesa del territorio di Catenanuova (EN) tra la famiglia mafiosa di Enna, riferibile a Cosa Nostra, e il clan catanese dei “Cappello”.