ROMA – La Camera dei deputati è stata ieri mattina teatro di un infuocato scontro sul Mes (il Meccanismo europeo di stabilità) tra Governo e partiti sia di maggioranza che opposizione.
In Aula infatti è stata votata soltanto da 72 deputati la ratifica dell’accordo di modifica del Mes, contrari 184, astenuti 44. Come è noto, si tratta di un meccanismo istituito mediante un trattato intergovernativo, al di fuori del quadro giuridico della Ue, nel 2012. La sua funzione fondamentale è concedere, sotto precise condizioni, assistenza finanziaria ai Paesi membri che – pur avendo un debito pubblico sostenibile – trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato.
Ylenia Lucaselli di FdI ha ritenuto la proposta di legge “carente di meccanismi idonei a garantire il coinvolgimento del Parlamento” escludendolo di fatto “dalle scelte di politica economica e finanziaria”. Fonti di Palazzo Chigi gettano acqua sul fuoco, ribadendo che “il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria e che la scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica può essere l’occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all’intera Eurozona”.
In Aula, però, si è scatenata una bagarre soprattutto tra la maggioranza e il Movimento 5 stelle. Il leader pentastellato Giuseppe Conte ha attaccato duramente il Governo: “C’è sempre un momento in cui la propaganda va via e resta la realtà dei fatti. Meloni ha detto che il Mes è passato col sangue degli italiani, senza dibattito parlamentare, col favore delle tenebre: se oggi siamo qui vuole dire che non è vero, che Meloni ha mentito al Parlamento”.
Soddisfazione da parte della Lega e del suo leader Matteo Salvini: “Pensionati e lavoratori italiani non rischieranno di pagare il salvataggio delle banche straniere. E pazienza se a sinistra si arrabbieranno. Una battaglia della Lega combattuta per anni e finalmente vinta. Avanti così, a testa alta e senza paura”.
Di astensione responsabile ha parlato invece Forza Italia. “La nostra posizione – ha detto Andrea Orsini – è ragionevole e rispettosa dell’interesse italiano ed europeo. L’opposizione ha voluto a tutti i costi portare in Aula la ratifica con l’illusione di mettere in imbarazzo il Governo”.
Già a luglio di quest’anno era stata votata una sospensiva sulla ratifica di quattro mesi e l’Italia resta l’unico Paese dei venti che hanno adottato l’Euro come moneta unica a non aver approvato l’accordo di modifica. La proposta di riforma interviene sulle condizioni necessarie per la concessione di assistenza finanziaria e sui compiti svolti dal Mes in tale ambito, introducendo modifiche di portata complessivamente limitata. La riforma non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani, non affida al Mes compiti di sorveglianza macroeconomica, ma la funzione di fornire una rete di sicurezza finanziaria (backstop) al Fondo di risoluzione unico (Single resolution fund, Srf) nell’ambito del sistema di gestione delle crisi bancarie.