ROMA – Rush finale per la manovra economica in Senato per il decisivo voto di fiducia. Il primo stop arriva però alla norma che dava il via libera alla cannabis light. Il provvedimento, a firma del senatore cinquestelle Matteo Mantero e approvato dalla maggioranza in commissione Bilancio – è stato stralciato dal maxiemendamento presentato dal governo alla legge di bilancio perché giudicato “inammissibile” dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati per “estraneità di materia”.
A chiedere il vaglio dell’ammissibilità è stata la Lega, che ha dichiarato battaglia alla norma assieme a Fdi. La misura prevedeva che la canapa industriale con un contenuto di Thc non superiore allo 0,5% non venisse più considerata come una sostanza stupefacente.
Il deputato alla Camera del Movimento Cinque Stelle Eugenio Saitta ha commentato lo stop odierno al processo parlamentare per regolamentare il settore della canapa industriale e della cannabis light, evidenziando i numeri in estremo aumento di un settore produttivo in crescita specie nel meridione d’Italia. Settore che da tempo attendeva leggi chiare e non più equivocabili.
“Quella di oggi è chiaramente una occasione persa”, esordisce così Saitta che aggiunge: “Potevamo esprimere finalmente norme chiare e nette per un settore in piena crescita che vede investimenti di milioni di euro, creazione di posti di lavoro e sviluppo agricolo”.
“Lo stop dell’iter normativo – prosegue Saitta – sponsorizzato da certa destra oscurantista e medievale è un vero colpo inferto al cuore di un grande comparto che coinvolge oltre 3 mila aziende.
Queste ultime avevano proprio deciso di investire, per condizioni climatiche favorevoli, nel mezzogiorno. Basti pensare che solo in Sicilia ci sono più 300 ettari coltivati con la canapa industriale e nel Sud gli ettari coltivati sono molto oltre i mille. Coltivazioni che equivalgono ad economia, posti di lavoro, indotto e sviluppo commerciale. Auspico un ripensamento da parte di chi, strumentalmente, si oppone a regolarizzare e normare un settore che esiste e che va tutelato, così come avviene nella stragrande maggioranza dei paesi europei”.