È da parecchio tempo che sui giornali, nelle televisioni e sui siti viene riportata la malattia della principessa Catherine Middleton, detta Kate, moglie di William, aspirante al trono del Regno Unito come successore di re Carlo terzo.
Prima la questione della fotografia ritoccata, poi il silenzio e quindi il video messaggio della stessa principessa dove spiega al colto e all’inclita la sua malattia.
Ora, con tutto il rispetto per la famiglia reale britannica, dobbiamo supporre che negli stessi mesi si sono verificati centinaia di migliaia di casi di cancro, arrivati più o meno improvvisamente ad altrettante persone, di qualunque rango, ceto sociale e nazionalità.
Queste malattie sono rimaste rigorosamente in silenzio e nell’ombra perché a nessuno importa se il cancro viene a questo/a o a quello/a, mentre nel caso della suddetta Principessa si è montato un evento eccezionale.
Perché accade questo? Per una sorta di morbosità che prende le persone nel volere sapere i fatti dei vip.
Ovviamente facciamo ogni augurio alla principessa Kate perché possa guarire da questa maledetta malattia, contro la quale vi son farmaci potenti, ma ancora non del tutto esaustivi.
Cosicché dispiace vedere una giovane donna che oltre a essere afflitta dal male che l’ha colpita, deve persino, in un certo senso, dare conto all’opinione pubblica nazionale e mondiale di uno stato anche psicologico sicuramente duro da affrontare.
Se la gente si facesse i fatti propri e non avesse questa tendenza a occuparsi di quelli degli altri, sarebbe sicuramente meglio. Purtroppo non è così perché sappiamo bene come il chiacchiericcio, le curiosità malsane e l’ampliamento di certe situazioni diventano una specie di cibo per gli ostinati e famelici mangiatori di notizie, che vogliono sapere sempre di più dei gossip.
L’argomento che trattiamo “è grave, ma non serio”, come usava dire Ennio Flaiano, perché se ci fosse serietà non ci sarebbe motivo che si diffondessero queste notizie e neanche che si costringesse la persona colpita da una grave malattia a doversi esporre pubblicamente per spiegare la sua situazione.
Il discorso della comunicazione sui media vale anche per tutte le notizie che vengono trasmesse relative a processi.
Ogni giorno vediamo pubblicati articoli con foto di imputati a carico dei quali le varie Procure chiedono centinaia di anni di condanne. Ancora più in evidenza quando questi imputati sono personaggi noti alla pubblica opinione.
A nostro avviso queste notizie non andrebbero pubblicate sui mezzi di comunicazione, come fa questo Quotidiano, ma limitarsi a informare i/le cittadini/e di sentenze e ordinanze di quei giudici terzi e imparziali, i quali le emettono dopo avere valutato fatti e prove prodotti in un sistema egualitario fra accusa e difesa.
Lo sbilanciamento palese, secondo cui si riportano le notizie di una sola parte, viola il Codice Deontologico dei giornalisti, il quale prevede che tutte le informazioni debbano essere bilanciate, per consentire alle parti una parità, affinché la pubblica opinione possa trarne valutazioni che non parteggino per nessuno.
La questione dell’informazione è molto delicata perché influenza l’opinione pubblica e la indirizza spesso verso obiettivi diversi da quelli reali.
A nostro avviso, chi fa informazione dovrebbe essere prudente e attento/a a comunicare fatti e non opinioni, evitando suggestioni o comportamenti che indirizzino verso questo o quel versante.
Occuparsi della principessa Kate o di personaggi noti, oggetti di processi mediatici, non è consono ai principi deontologici ed etici che devono guidare chi fa un’informazione obiettiva e completa.
Quello che scriviamo deve far riflettere i/le cortesi lettori/trici perché non bisogna mai discostarsi dai binari della correttezza morale, che usa quel delicato strumento che è l’informazione.
Reiteriamo gli auguri alla principessa Kate perché guarisca e formuliamo gli auguri al mondo della comunicazione affinché segua i principi indicati senza tentennamenti e con il massimo rigore.