Sanità

Cannabis terapeutica, in Sicilia la Regione darà il farmaco gratis. L’assessore Razza firma il decreto

PALERMO – La Regione siciliana si farà carico delle spese sostenute dai pazienti che ricorrono alla cannabis per uso terapeutico. Lo prevede un decreto firmato dall’assessore alla sanità, Ruggero Razza.

Il farmaco sarà gratuito per i pazienti affetti da dolore cronico e neuropatico e da spasticità da sclerosi multipla, e che si rivolgeranno alle strutture sanitarie pubbliche.

Spetta ai medici delle Aziende sanitarie pubbliche regionali, specialisti di anestesia e rianimazione, neurologia e dei centri di terapia del dolore prescrivere ai pazienti la terapia con la cannabis per una durata massima di sei mesi; il preparato potrà essere richiesto dal paziente nelle farmacie ospedaliere.

Al momento, però, in Sicilia queste farmacie non producono il farmaco, per cui il decreto prevede che la Regione firmi convenzioni con i privati.

Sono cinque le farmacie private che producono il farmaco, si trovano ad Agrigento, Catania, Palermo, Ragusa e Siracusa.

Il decreto della Regione siciliana è il punto di arrivo di un lavoro portato avanti, per oltre un anno, da un tavolo tecnico istituito dall’assessore alla Sanità e richiesto da alcune associazioni, tra cui Bister di Catania ed “Esistono i diritti” di Palermo.

“Ringraziamo l’assessore Razza per la sensibilità dimostrata e per il decreto appena firmato – dice Giuseppe Brancatelli di Bister – E’ un risultato importante, come associazioni continueremo la nostra azione affinché sia allargata la platea di patologie per la somministrazione gratuita del farmaco”.

Le reazioni in Sicilia da politici e addetti ai lavori

Soddisfatto Fabrizio Ferrandelli, componente della segreteria di Più Europa, che parla di “grande svolta per la Sicilia”.

“A piccoli passi, ma con grandi traguardi – ha continuato Ferrandelli – si va avanti per affermare i diritti dei malati. Era il luglio del 2018 quando una nostra delegazione, insieme e grazie all’impegno del Comitato Esistono i diritti, ha chiesto all’Assessorato alla Salute l’istituzione del tavolo tecnico sulla cannabis ad uso terapico in Sicilia, rispolverando dal cassetto il ddl a mia firma presentato anni fa sul tema in assemblea regionale. Oggi, dopo anni, finalmente qualcosa si è mosso. Una battaglia che si è vinta sul solco dello slogan dal cuore del malato al cuore della politica”.

Più cauta Santa Sarta, vice presidente del Comitato pazienti cannabis medica: “Un grande passo in avanti – ha commentato -, ma c’è ancora tanta strada da percorrere per fare in modo che quello alla cura sia un diritto garantito a tutti”.

“L’uso terapeutico della cannabis resta un tabù, soprattutto tra i medici – aggiunge Sarta – Oggi se ne parla di più, ma c’è ancora tanta disinformazione. Ecco, perché il decreto che porta la firma dell’esponente del Governo Musumeci è un passaggio importante, ma non esaustivo.

“In tutte le province siciliane – spiega Sarta – saranno organizzati dei corsi di formazione per specialisti e medici di base”.

Sarta chiede che vengano inserite tante patologie che sono rimaste fuori, dall’Alzheimer all’epilessia, come avviene nel Lazio, in Lombardia e in Trentino. Oggi il Comitato pazienti cannabis medica, nato lo scorso anno a Sant’Alessio Siculo (Messina), può contare in tutta Italia su 150 tesserati, pazienti ma anche medici e farmacisti, e su referenti in sei regioni: Sicilia, Puglia, Abruzzo, Trentino, Piemonte e Lazio.

Dalla cannabis diecimila posti di lavoro in Italia

In Italia la coltivazione, trasformazione e commercio della cannabis a scopo terapeutico per soddisfare i bisogni dei pazienti, potrebbe garantire un reddito di 1,4 miliardi e almeno 10 mila posti di lavoro, dai campi ai flaconi.

E’ quanto stima la Coldiretti, nel commentare la decisione della Regione Sicilia di farsi carico delle spese sostenute dai pazienti che ricorrono alla cannabis per uso terapeutico. In Italia la richiesta di prodotti terapeutici a base di cannabis è in costante crescita e viene soddisfatta soprattutto dalle importazioni; questo nonostante il decreto del Ministero della Salute dell’11 novembre 2019 permetta allo Stabilimento Chimico farmaceutico militare di Firenze, l’unico autorizzato alla coltivazione, di produrre fino a 500 kg di infiorescenze di Cannabis a partire dal 2020, a fronte dei 350 kg consentiti nell’anno precedente.

Solo utilizzando gli spazi già disponibili nelle serre abbandonate o dismesse per la crisi nell’orto floricoltura, ricorda la Coldiretti, campagna italiana può mettere a disposizione da subito mille ettari di terreno in coltura protetta.

Si tratta di ambienti al chiuso dove più facilmente possono essere effettuate le procedure di controllo da parte dell’autorità preposte per evitare il rischio di abusi. Un’ opportunità che va attentamente valutata per uscire dalla dipendenza dall’estero e avviare un progetto di filiera italiana al 100% che unisce l’agricoltura all’industria farmaceutica.