“Lei non pone una domanda oziosa, perché in gioco c’è la dignità delle persone, quella dignità che oggi viene troppo spesso e facilmente calpestata con il ‘lavoro schiavo’, nel silenzio complice e assordante di molti”.
Lo afferma Papa Francesco in una lettera pubblicata sul quotidiano torinese La Stampa, rispondendo all’interrogativo lanciato, , in riferimento all’inchiesta sul caporalato a Grafiche Venete, dallo scrittore Maurizio Maggiani: “vale la pena produrre la bellezza grazie agli schiavi?”.
“Persino la letteratura – ha scritto il Papa – , pane delle anime, espressione che eleva lo spirito umano, è ferita dalla voracità di uno sfruttamento che agisce nell’ombra, cancellando volti e nomi, ebbene, credo che pubblicare scritti belli ed edificanti creando ingiustizie sia un fatto di per sé ingiusto. E per un cristiano ogni forma di sfruttamento è peccato”.
Francesco ha dunque lanciato un appello “sono tanti gli umiliati e gli offesi di oggi, ma chi dà a loro voce? Chi li rende protagonisti, mentre soldi e interessi spadroneggiano?”.
“La Cultura – ha concluso – non si lasci soggiogare dal mercato”.
Papa Francesco, infine, rivolgendosi a Maggiani ha affermato: “ha messo nero su bianco la voce scomoda della coscienza”.
“Di questo abbiamo bisogno – ha concluso – , di una denuncia che non attacchi le persone, ma porti alla luce le manovre oscure che in nome del dio denaro soffocano la dignità dell’essere umano”.