PALERMO – In Sicilia il prezzo medio della benzina e del gasolio non supera i 2 euro al litro. I dati del Mimit, il ministero delle Imprese e del made in Italy, elaborati dall’Unione nazionale consumatori, mostrano come la regione si trovi nella parta bassa della classifica nazionale: l’Isola, infatti, si pone al 13esimo posto per quanto riguarda il prezzo della benzina al litro in modalità self service, con un prezzo medio, al 12 settembre, di 1,979 euro.
Il prezzo cala ulteriormente per quanto riguarda il gasolio, sempre in modalità self service: la media al litro si ferma a 1,890 euro, portando la Sicilia al 16esimo posto tra le regioni italiane. Un segnale positivo, che mette in evidenza la stabilità del mercato regionale. Un fattore da non sottovalutare, considerato che nel resto d’Italia gli aumenti sono stati importanti.
“Una corsa inarrestabile. In appena una settimana i prezzi dei carburanti salgono di circa l’1% – ha detto Massimiliano Dona, presidente di Unc – +0,77% per la benzina e +1,14% per il gasolio”.
Dalla fine di luglio un litro di benzina è rincarato di oltre 7 cent, che si concretizzano in 3,58 euro per un pieno di 50 litri, mentre per il gasolio il rialzo è di oltre 13 cent al litro, +7,5%, pari a 6,53 euro a rifornimento. Per la prima volta sono diverse le regioni che sforano la soglia dei 2 euro per la benzina al self service: dopo la provincia autonoma di Bolzano, che aveva sfondato già precedentemente questo limite, oggi è la volta delle prime regioni. Liguria e Basilicata, arrivano, rispettivamente, a 2,006 e 2,002 euro al litro. Altre 3 regioni non oltrepassano quella porta, ma si attestano esattamente a 2 euro: Calabria, Sardegna e Valle d’Aosta.
Le regioni più virtuose sono invece il Veneto, al primo posto con 1.961 euro, in seconda posizione le Marche con 1,964 euro, al terzo Umbria e Lazio, ex aequo con 1,974 euro al litro. Guardando al prezzo assoluto di oggi, è sempre Bolzano ad essere la più cara (1,939 euro al litro), seguita dalla Liguria (1,932 euro). Al terzo posto delle regioni più costose, Calabria, Sardegna e Valle d’Aosta, tutte con una media di 1,924 euro al litro. Le Marche sono invece la regione più economica, con 1,877 euro al litro, seguite da Veneto (1,879) e Lazio (1,887).
Se il governo al momento ha deciso di non abbassare le accise, al Mef, ministero dell’Economia e delle finanze, pare si stia lavorando per una soluzione dedicata alle fasce meno abbienti, escludendo la possibilità di un intervento che finisca per calmierare i prezzi per tutti gli automobilisti, indistintamente.
Un ipotetico “bonus benzina”, quindi, su cui molti stanno già esprimendo diverse perplessità: “Affermare che il bonus benzina sia un sollievo per i poveri è considerazione senza senso, infatti i 5,7 milioni di poveri non hanno la macchina o non la utilizzano affatto”. Ad dichiararlo, in una nota, è Rosario Trefiletti, il presidente Centro consumatori Italia.
Infatti, rileva sempre Trefiletti, “quello che si dovrebbe innanzitutto fare è il contrasto all’inflazione, vero dramma per l’economia e che colpisce le fasce più deboli della popolazione”. In Italia praticamente tutto viene trasportato su gomma, per cui il costo del carburante ha impatto sul prezzo di moltissimi prodotti.
“Inoltre – conclude Trefiletti – si cominciasse a contrastare la speculazione in atto da parte delle compagnie petrolifere, che abbiamo calcolato, comparando i prezzi del petrolio attuali e precedenti, essere di 20 cent al litro pari a circa 8 miliardi che incidono per uno 0,7 sul tasso d’inflazione. Tali operazioni non solo aiuterebbero l’intera economia ma inciderebbe sui dati che costituiscono il parametro inflattivo ufficiale, aiutando così realmente i redditi bassi”.