Politica

Carceri, il Garante, “nuove prassi danno trasparenza”

“Quanto disposto dal Dap (il Dipartimento che governa le carceri ndr.) mi sembra sia un elemento di complessiva trasparenza che garantisce tutti e che peraltro riprende anche quanto la stessa Corte costituzionale aveva indicato nel 2000”.
Lo ha scritto su Twitter il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma, commentando i “paletti” sulle perquisizioni decisi dall’Amministrazione penitenziaria dopo i clamorosi casi di violenze in carcere.
Le nuove regole prevedono ordini scritti e motivati, con l’indicazione precisa del personale che sarà impiegato e di tutti i dettagli sulle modalità di esecuzione. E l’obbligo di informare preventivamente, oltre i diretti superiori dell’amministrazione penitenziaria, il magistrato di sorveglianza e il Garante nazionale delle persone private della libertà, a cui dovrà essere trasmesso anche il rapporto finale.

Insomma, dopo il pestaggio – filmato dalle telecamere di sorveglianza – dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere del 6 aprile del 2020, definito una “orribile mattanza” dai magistrati che hanno messo sotto inchiesta con accuse pesantissime poliziotti e dirigenti dell’amministrazione penitenziaria, arrivano dal Dap regole più stringenti sulle perquisizioni nei penitenziari.

Paletti che riguardano soprattutto le “generali straordinarie”, come fu quella di Santa Maria, dove al di fuori della legge venne usata una “violenza a freddo”, come riferito al Parlamento dalla ministro Marta Cartabia dopo la visita nel carcere campano con il premier Mario Draghi.

Garantire più trasparenza e insieme controlli più incisivi, l’obiettivo dell’intervento, ispirato anche da una raccomandazione del Garante, a tutela dei detenuti, della “stragrande maggioranza degli operatori” e dell’immagine del Paese a livello internazionale. Tante le novità nella circolare firmata dal direttore del Trattamento dei detenuti Gianfranco De Gesu.

L’ordine di perquisizione del direttore del carcere dovrà indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che lo giustificano. E spiegare nel dettaglio perché le esigenze di sicurezza non possono essere soddisfatte in altro modo. Non solo: andrà specificato se il personale da impiegare appartiene esclusivamente alla polizia penitenziaria in servizio nell’istituto o a contingenti del Corpo provenienti da altre sedi e andrà indicato il responsabile dell’operazione se diverso dal comandante di reparto.

E dovranno essere riferite le modalità esecutive, a partire da luoghi e a tempi della perquisizione, mezzi, equipaggiamento e l’eventuale apporto del personale appartenente alle Forze di polizia poste a disposizione dal Prefetto.

Non tutti, però, hanno apprezzato, come il sindacato di polizia penitenziaria Osapp, secondo il quale con le nuove regole si “inibirebbe del tutto la possibilità di effettuare efficacemente le perquisizioni in ambito penitenziario”.

Il Sindacato ha chiesto il ritiro o almeno la revisione della circolare. Nel mirino c’è soprattutto la norma sul Garante, che “comprometterebbe” il segreto istruttorio.

Ma fonti Dap sottolineano che le critiche dell’Osapp non hanno ragion d’essere, visto che la circolare non riguarda le perquisizioni ordinarie o quelle che costituiscono attività di polizia giudiziaria.