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Carceri, mancano i tamponi, Uilpa “Scenderemo in piazza”

PALERMO – “Non esiteremo a scendere in piazza a chiedere intervento dei prefetti perché il carcere e gli operatori che lavorano all’interno dei penitenziari devono essere monitorati contro il Covid-19, perché un’epidemia in un penitenziario rischierebbe di mettere in serio rischio l’ordine e la sicurezza pubblica”.

Lo afferma il segretario Uilpa polizia penitenziaria della Sicilia, Gioacchino Veneziano, contestando il “ritardo nella somministrazione dei tamponi rapidi al personale di per la diagnosi del Coronavirus”. Per il sindacalista “è scandaloso che dopo venti giorni i tamponi risultano ancora inutilizzati dentro le infermerie delle carceri e i miei colleghi della Polizia Penitenziaria vengono esposti a rischi di contagio probabilmente perché qualche burocrate non conosce i pericoli di chi opera dentro un carcere indossa”.

E questo, sottolinea Veneziano, nonostante “l’impegno dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che ha subito messo in campo un macchina organizzativa che in meno di un mese ha permesso all’amministrazione penitenziaria, grazie anche al Dap al Prap e all’Ufficio Sicurezza e traduzioni, di avere a disposizione 5.000 tamponi rapidi”.

“Un carcere deve essere trattato come un ospedale – osserva il sindacalista – considerato che i protocolli impongono l’isolamento di soggetti dalla libertà e anche per quelli che vengono da altri istituti, quindi tale situazione genera ancora di più la possibilità di non avere posti liberi nelle carceri, e di conseguenza si stanno verificando situazioni davvero a limite della legalità, perché i comandanti della polizia penitenziaria non possono non ricevere persone raggiunti da provvedimenti di restrizione della libertà personale emessi da Autorità giudiziarie”.