“Vorremmo poterci fidare delle istituzioni ma non è così, ecco perché in piazza ci andiamo lo stesso”. Caterina Rizzo è la mamma di una ragazza di 33 anni che soffre di Cardiopatia congenita dell’adulto (Guch). “Ditelo che alla cardiochirurgia pediatrica di Taormina non curano solo bambini, ma ci sono anche adulti come mia figlia. Veniamo qui dal 2012”, dice nel corso della protesta odierna.
Caterina è la presidente del comitato genitori che – dall’indomani dell’annuncio della chiusura del reparto convenzionato con l’ospedale Bambin Gesù di Roma – ha organizzato e coordinato la protesta. In realtà lo fa da anni, tra alti e bassi. Perché la cardiochirurgia pediatrica di Taormina, aperta da 13 anni, è stata più volte sotto sfratto. E si è andati di proroga in proroga fino a oggi. La pressione dei genitori ha contribuito al passo indietro annunciato ieri formalmente dal governatore Renato Schifani: la chiusura prevista per il 31 luglio è rinviata di sei mesi, per ora.
Al tavolo attorno al quale due giorni fa si sono riuniti l’assessora alla Salute Giovanna Volo, i dirigenti regionali e i responsabili del Bambin Gesù si è trovato un accordo sui sei mesi di proroga rinnovabili per altri sei. Al centro della discussione anche la mancata partecipazione dell’ospedale pediatrico romano alla gara pubblica dell’azienda palermitana Arnas per la convenzione che consentirà il funzionamento della Cardiochirurgia pediatrica di Palermo. L’unico partecipante è stato il gruppo San Donato di Milano, il cui presidente è l’ex ministro Angelino Alfano. Perché? Secondo quanto filtra, il progetto delineato dal bando sarebbe troppo lontano dal modus operandi ormai consolidato del Bambin Gesù.
In particolare, il bando dell’Arnas prevede una sola figura di direttore di dipartimento in quota al privato, quella di Cardiochirurgia. Gli altri ruoli che verranno garantiti dal San Donato sono un secondo operatore di equipe chirurgica: un Cardio-anestesista, un tecnico perfusionista, un infermiere professionale ferrista e un responsabile infermieristico coordinatore del reparto. Ma solo per quest’ultimo è prevista una presenza in reparto di 365 giorni l’anno. Gli altri, stando al bando pubblico, dovranno garantire la presenza 52 giorni all’anno, una volta alla settimana. Il tutto per 8 milioni di euro in tre anni.
Avuto l’ok dal Bambin Gesù sulla proroga, la Regione si è impegnata a chiedere una deroga al Ministero della Salute rispetto ai paletti del decreto Balduzzi che impone un bacino di 5 milioni di utenti per l’apertura di una cardiochirurgia pediatrica. La Sicilia, sulla base di queste regole, dovrebbe averne solo una: quella che dovrebbe aprire l’1 luglio a Palermo in convenzione con l’istituto San Donato di Milano.
Eppure altre Regioni, come il Veneto (pari popolazione della Sicilia), ne hanno due. Ora il Governo Schifani annuncia la richiesta di una deroga. Cosa che non era finora stata fatta, né da questo Governo regionale né dai precedenti, nonostante da anni il tema fosse presente sui tavoli della politica. Il ministro alla Salute Orazio Schillaci, nei giorni scorsi in Sicilia, ha lasciato una porta aperta: “Ci è arrivata nei giorni scorsi una lettera – ha detto – e adesso la stiamo vagliando con le direzioni generali del Ministero che si occupano anche della programmazione. Troveremo sicuramente una soluzione nell’interesse essenzialmente dei pazienti”.
A Taormina, però, si fidano in pochi. Il timore è che la proroga di sei mesi serva da una parte a far calmare gli animi del fronte sempre più ampio della protesta, e dall’altro a dare più tempo al progetto del gruppo San Donato. Negli ultimi mesi l’Arnas di Palermo, titolare della convenzione, ha bandito diversi avvisi pubblici per cercare il personale e acquistare attrezzature. E un gruppo di infermieri in queste settimane sta seguendo corsi di formazione organizzati a Milano dallo stesso San Donato. Ma all’1 luglio mancano appena 40 giorni.
“Come dovremmo fidarci di una Regione che a gennaio rassicura sul rinnovo della convenzione per quattro anni, ad aprile annuncia la chiusura e adesso chiede al Ministero una deroga?”, si chiede Caterina Rizzo. “In realtà da dieci anni viviamo così, finché non metteranno nero su bianco la deroga, noi continueremo a tenere alta l’attenzione”. Stamattina, nonostante l’allerta meteo di livello arancione, si ritroveranno genitori provenienti da tutta la Sicilia e anche dalla Calabria, insieme ad associazioni del territorio. L’appuntamento è alle 10 nella piazza Municipio di Giardini Naxos.