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Carlo Alberto Tregua a “Start” di Sky TG24, dalla maternità surrogata alla sanità: l’intervento

Il direttore del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua, è stato ospite della trasmissione politica “Start” di Sky TG24 andata in onda lunedì 27 marzo e condotta dalla giornalista Giovanna Pancheri. In collegamento anche l’analista politico Lorenzo Pregliasco, co-fondatore e direttore di YouTrend.

Tempi caldi della trasmissione sono stati quelli sulla maternità surrogata, argomento di scontro in questi giorni tra maggioranza e opposizione, e sulle prestazioni della sanità pubblica o privata nel nostro Paese. Secondo gli ultimi sondaggi, l’opinione dei cittadini in merito si conferma trasversale anche in base all’appartenenza politica.

“Dare poco credito ai sondaggi”

“Andare dietro ai sondaggi danneggia il meccanismo generale della politica del nostro Paese. Quando il Governo e il Parlamento approvano un provvedimento impopolare, qualcuno dice che è giusto. Un vero Governo deve programmare su un lasso di tempo di 10-15 anni”, ha voluto sottolineare Carlo Alberto Tregua.

“Al cittadino importa essere curato”

Sul dilemma sanità pubblica o privata, il direttore del QdS si è così espresso: “L’articolo 32 della Costituzione dice che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo, cioè del cittadino. Bisogna mettere il cittadino al centro del Servizio sanitario nazionale. E al cittadino cosa importa se è curato dalla sanità pubblica o dalla sanità privata? Al cittadino importa di essere curato e guarire, dunque si rivolge a quel soggetto pubblico o privato che lo serve meglio”.

“Necessario sistema di controllo”

“La sanità pubblica – ha aggiunto il direttore Carlo Alberto Tregua – ha i suoi problemi come tutto ciò che è pubblico, la sanità privata è gestita per qualche verso meglio, ma deve esserci un sistema di controllo generalizzato ed efficiente che vada a valutare la qualità dei servizi”.

“Il cittadino che vuole accedere a uno di questi servizi, o a una cura di qualunque genere, ricorre poi alla fattura denominata DRG con la quale poi la Regione provvederà a pagare”, ha concluso il direttore del Quotidiano di Sicilia.