È stato presentato ieri, nella splendida cornice di Palazzo Valle, il nuovo libro di Carlo Cottarelli, “Chimere, sogni e fallimenti dell’economia”, sette capitoli dedicati a sette grandi visioni economiche, immaginate e concretizzate da riformisti, che si sono rivelate dei miraggi e non hanno prodotto i risultati auspicati: il sogno libertario delle criptovalute, quello tecnocratico dell’indipendenza delle banche, la finanziarizzazione del sistema economico, la globalizzazione e un mondo senza barriere, il mito della tecnologia dell’informazione e il mistero della bassa crescita della produttività, l’economia del gocciolamento e l’idea che tassando i ricchi tutti staranno meglio e l’illusione della crescita felice compatibile con i vincoli ambientali.
Accanto al direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani anche il vice direttore generale Arca fondi Sgr, Simone Bini Smaghi, e l’amministratore delegato di Banca Agricola Popolare di Ragusa, Saverio Continella, che ha aperto il dibattito e secondo cui “Le prospettive dell’economia nel medio-lungo termine, e le loro ricadute sociali, sono più difficili da prevedere rispetto agli ultimi 15 anni. Non in quanto i temi strettamente economici siano più complessi da analizzare, ma poiché vi è in atto un cambiamento profondo che si interseca con le dinamiche industriali, commerciali e monetarie. La riflessione di Carlo Cottarelli rende evidente quanto siano necessari nel nostro Paese e in Sicilia riformisti con sguardi lunghi e intenti chiari. In questo momento di ripresa economica post covid da un lato e fragilità geopolitica dall’altro, il riformismo si propone come metodo e come contenuto, nonché unica via per costruire una via per il futuro”.
“Sono argomenti di cui si sente spesso parlare in televisione ma di cui in realtà la gente sa poco – ha spiegato Cottarelli introducendo il libro – Volevo parlare di argomenti un po’ misteriosi che avevano bisogno di essere approfonditi per essere compresi meglio. Poi mi sono reso conto che i sette argomenti che avevo scelto avevano caratteristiche comuni, si trattava di riforme, di sogni visionari che avevano come obiettivo fare crescere l’economia mondiale, di cambiare il mondo in meglio e che invece hanno prodotto della difficoltà. Pensiamo, per esempio, a come il sogno della crescita senza fine si scontri con le conseguenze del cambiamento climatico e con il conseguente bisogno di vincoli ambientali”.
Cottarelli ha chiamato appunto queste visioni chimere e ha illustrato nel dettaglio qual è la consistenza di questi sette sogni e qual è la posta in gioco del loro successo e del loro fallimento, focalizzandosi, durante l’incontro, sui perversi meccanismi che hanno prodotto l’inflazione, sulle implicazioni derivanti dal progresso tecnologico e la creazione dell’intelligenza artificiale e sul rapporto tra produttività e sostenibilità ambientale.
“Chimere”, in cui possiamo inserire anche gran parte delle politiche dedicate allo sviluppo economico e imprenditoriale della Sicilia e del Mezzogiorno in generale, la cui crescita resta ancora un miraggio. E di queste visioni abbiamo parlato anche con Cottarelli: “Visti i risultati, è ovvio parlare di chimere anche in questo ambito. Si tratta di territori che producono meno rispetto al Nord Italia e quindi c’è bisogno di investimenti sia nel pubblico che nel privato, macchinari migliori, infrastrutture migliori, produzione migliore. Quella è la strada. Non si tratta solo di avere i soldi, ma di spenderli bene e questa è anche una responsabilità dei governi locali”.