“L’ultimo report di Immobiliare.it mostra come i prezzi delle case siano cresciuti dell’8% rispetto a un anno fa, quindi c’è un aumento dei prezzi e delle domande per le case a Palermo da parte degli studenti. Tuttavia non è presente il valore relativo all’offerta, ovvero alle case messe a disposizione dai privati e dai cittadini, quindi non si sa qual è il livello esatto della crisi abitativa per gli studenti”. A pronunciare queste parole è il coordinatore dell’Udu (Unione degli Universitari) di Palermo, Valerio Quagliano, intervenuto al Qds.it, riguardo all’annosa questione del caro affitti per gli studenti universitari fuori sede in Sicilia.
Un problema che in prossimità dell’inizio dell’anno accademico nei mesi autunnali, ma non solo, non smette mai di far discutere, anche in relazione a fatti avvenuti nelle città siciliane negli anni scorsi riguardanti lo sgombero di strutture riservate all’alloggio degli studenti universitari. Lo stesso report di Immobiliare.it citato da Quagliano parla di un incremento del prezzo degli appartamenti particolarmente alto nelle regioni del Centro e del Sud Italia.
Non si assiste nemmeno a un aumento dei posti letto messi a disposizione dall’Ersu per gli studenti, che “sono rimasti sempre gli stessi – continua Quagliano -. Sono aumentati un po’ nell’ultimo anno, sono circa 900, ma non sappiamo ancora quanto è la domanda effettiva. Ci saranno problematiche nei primi mesi dell’anno accademico da questo punto di vista. Forse l’Ersu vuole allargare i posti letto con altre residenze all’interno della città, ma ancora è una cosa agli albori e nel breve periodo non ci saranno grosse novità in merito”.
Per il nuovo anno accademico comunque nel capoluogo siciliano si attendono buone nuove riguardo alla collaborazione degli enti locali per invertire la tendenza.
“Si aspetta l’inizio dell’anno accademico – conclude Quagliano – per vedere se il presidente della Regione Siciliana metterà dei contributi sul caro affitto come fatto negli anni precedenti, ma fin quando il problema non si verifica è difficile anche prevedere le sue dimensioni. Vedremo se l’Ersu metterà i nuovi posti letto già nel breve periodo e già da quest’anno. C’è da considerare anche le zone della città in cui essi vengono messi, perché gli studenti cercano una casa vicino all’università, dato che Palermo per mezzi pubblici non brilla. Con il Comune di Palermo dobbiamo trovare delle soluzioni per bloccare l’aumento degli affitti”.
Il coordinatore dell’Udu di Catania, Damiano Licciardello, pone la sua attenzione sulla mancanza di posti pubblici nel capoluogo etneo, oltre che sugli aumenti degli affitti e sul bando per gli affitti.
“Ci sono sempre le stesse criticità – afferma Licciardello – nella misura in cui le residenze universitarie non sono in funzione. I lavori sono partiti, ma il problema non si sarebbe mai risolto in tempi brevi. A Catania gli affitti privati sono aumentati del 3%, quindi l’incremento è stato piccolo rispetto ad altre città italiane e possiamo attenerci alla media italiana. Speriamo che i termini per l’accesso al bando siano anticipati rispetto agli anni precedenti, perché è chiaro che quando le graduatorie escono a ottobre per gli studenti tutto diventa più complicato prendere casa o accettare il bando. A ottobre dovrebbero essere più che sistemati”.
Fra un anno circa sarà eletto il nuovo rettore dell’ateneo catanese e non si sa quali programmi avrà. Non passano inosservate neanche le difficoltà per gli studenti disabili.
“Ci aspettiamo quindi un anticipo delle tempistiche – conclude Licciardello -. Per i contratti privati sappiamo che i fondi del Pnrr non verranno gestiti al meglio neanche per quest’anno e quindi non ci aspetteremo dei grandi risultati. I risultati non stanno arrivando nemmeno in ambito privato. Per i servizi mensa non abbiamo alcuna notizia e teniamo conto che nell’autunno del 2025 ci saranno le elezioni del nuovo rettore e non sapremo i progetti della prossima amministrazione”.
“Lo scorso anno venne trattato con l’associazione Nike il tema di un ragazzo disabile che non ha potuto prendere la residenza in tempi ragionevoli perché nessuna delle stanze aveva i requisiti per ospitare lui e tutti quelli come lui. Non rimuovendo il bordino della doccia non c’era possibilità di far abitare la stanza al ragazzo. Per un rimpallo di responsabilità tutto si è risolto con un grande ritardo nel fornire il servizio. Parlammo con la madre di questo ragazzo affinché potesse pagare i lavori di tasca sua pur di fare studiare il ragazzo in tempi celeri. Stiamo continuando a seguire questo problema”.
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Infine il coordinatore dell’Udu di Messina, Emanuele Carlo, parla delle difficoltà per accedere al bando per gli alloggi nel capoluogo peloritano e delle azioni che l’associazione intraprende per fronteggiare ciò.
“A Messina il problema del caro affitti – sottolinea Carlo – si fa sentire. In Italia c’è un aumento dei costi e non abbiamo un quadro positivo riguardo alle residenze gratuite che mette a disposizione l’Ersu. Se uno studente vuole partecipare al concorso per avere una dimora gratuita questo nella maggior parte dei casi non avviene perché ci sono circa 300 posti, che a fronte di 9mila studenti sono davvero pochi. Noi cerchiamo di rendere consapevoli gli studenti riguardo alle dinamiche per prendere casa, collaboriamo con il Sunia per portare una proposta politica che possa arrivare ai vertici e per la quale ci aspettiamo che il Governo riesca a tutelare il diritto all’abitare dei giovani in generale”.
Buone notizie arrivano riguardo al prezzo degli affitti, in quanto “la situazione – conclude Carlo – è leggermente migliorata, con una flessione del 3%, ma ancora non si è rientrati ai prezzi standard”.