L’erogazione dell’acqua 24 su 24 potrebbe diventare un miraggio per molti comuni. Il caro energia colpisce anche il bene più prezioso. I residenti di San Martino delle Scale, comune che fa capo a Monreale, sono già in rivolta dopo che hanno appreso che da martedì l’acquedotto privato che rifornisce la zona ha razionato per il mese di ottobre l’erogazione dell’acqua, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 “a causa del rincaro dei prezzi dell’energia elettrica”, come si legge nell’avviso della Cama Sr. Ieri i cittadini del piccolo paese in provincia di Palermo hanno organizzato un sit-in davanti alla società che gestisce l’acquedotto.
A Messina i club calcistici chiedono aiuto al Comune. Al cronico dramma legato alla mancanza di strutture sportive si aggiungono i rincari: a Bisconte si potranno fare solo gare di giorno e senza acqua calda. Di conseguenza, il grido d’allarme viene rivolto al Comune. “Abbiamo già informato le società che giocano da noi: o ci vengono date prospettive diverse dall’amministrazione o non sarà più possibile fare giocare gare con luci artificiali e con l’acqua calda negli spogliatoi”.
Ma non è un problema solo siciliano. Il caro acqua sta interessando tutte le regioni d’Italia. Il Comune di Bolzano ha deciso di sospendere l’erogazione dell’acqua calda dai bagni degli edifici per uffici e l’abbassamento della temperatura nelle scuole elementari e medie (escluse le mense e le docce per gli operai). Inoltre la temperatura dell’acqua in tutti gli impianti natatori sarà ridotta di due gradi.
A Treviso già alcune palestre hanno chiuso gli spogliatoi e altre aspettano le prossime bollette per chiudere il rubinetto dell’acqua calda. “Ci dispiace per i clienti che non lo meritano – spiega il proprietato di un centro fitness – ma così non si sopravvive”.