Agricoltura e ambiente

Caro energia, in Sicilia arrivano i fondi della Regione per 27mila imprese agricole

Cominciano ad arrivare i decreti del dipartimento regionale dell’agricoltura per la liquidazione dei fondi spettanti agli ammessi al bando “aiuto temporaneo eccezionale per il caro energia alle imprese agricole e alle imprese di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli della Sicilia particolarmente colpiti dalla crisi del conflitto russo-ucraino”.

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Si sono intanto sbloccate le liquidazioni per andare a coprire parte dei costi energetici diventati insostenibili per molte aziende agricole siciliane. Sia che si tratti della produzione o della commercializzazione dei prodotti. Migliaia e migliaia le istanze che sono state presentate nel 2023, in riferimento ai prelievi di carburante effettuati nell’anno 2022.

Caro energia, tre linee di fondi in Sicilia

Le richieste per i fondi necessari a sopperire al caro energia sono state distribuite su 3 linee. La prima, la linea A, per la quale sono state presentate 26mila domande, è stata pensata per le imprese attive nella produzione primaria. In particolare, ad essere rilasciato un aiuto forfettario per ogni litro di carburante agricolo prelevato, fino ad un massimo di 20.000 euro per ciascuna impresa. Il quantitativo di carburante prelevato sarà acquisito tramite il sistema informativo “Uma Sicilia” sulla piattaforma Quadrifoglio.

Per la linea B sono state ricevute 400 domande, presentate dalle imprese attive nella trasformazione e commercializzazione. Anche in questo caso, devoluto un aiuto forfettario calcolato sulla base della “differenza tra il costo dell’energia (elettrica e gas) nell’anno solare 2022 e il costo nell’anno solare 2021”. L’importo può arrivare fino ad un massimo di 100 mila euro per ciascuna impresa.

In ultimo la linea C, con circa 800 domande presentate, relativa alle imprese attive nella produzione primaria. Anche in questo caso, gli interventi di aiuto finalizzati a compensare “la differenza tra il costo energetico 2022 e il costo energetico 2021”. L’importo può variare: fino ad un massimo di 20.000 euro per ciascuna impresa e un minimo di 500 euro.

L’origine dei fondi

L’avviso è uscito a seguito delle delibere di giunta 561 e 563 del 2 dicembre 2022. Queste hanno permesso la riprogrammazione delle risorse disponibili da destinare al finanziamento di fondi alle imprese. Il tutto in modo da permettere un intervento economico straordinario per l’agricoltura e la trasformazione agroalimentare in Sicilia rispetto al caro energia, attribuendo al dipartimento regionale dell’agricoltura 70 milioni di euro.

Le istanze sono state istruite dagli ispettorati provinciali dell’agricoltura, che hanno trasmesso gli elenchi per la liquidazione, dopo avere completato i controlli e deciso eventuali riesami da presentare agli Ipa (ispettorati provinciale per l’agricoltura, ndr) competenti. L’avviso nasce dalla constatazione che tutta la filiera dell’agricoltura, a partire dalle campagne, è stata duramente colpita nel corso del 2022 da un aumento dei costi di produzione e a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari. Sono stati registrati aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi, al +90% dei mangimi, al +129% per il gasolio.

Gli aumenti a cascata

La forte domanda commerciale e l’aumento dei prezzi dell’energia hanno portato a una crescita dei costi di trasporto. Questi si sono aggiunti ai problemi della catena di approvvigionamento, con ripercussioni che non sono solamente legate a “tariffe di trasporto più elevate”, ma che si estendono anche alle conseguenze dei ritardi nelle forniture commerciali. Un esempio è il caso delle spedizioni di chip per computer e parti di macchine, che minacciano “la capacità degli agricoltori di mantenere e far funzionare le attrezzature di produzione”. In merito all’incremento dei costi, il documento Crea, il Consiglio per la ricerca ed economia in agricoltura, intitolato “Agroalimentare e guerra: gli effetti sui costi e sui risultati economici delle aziende agricole italiane” attesta un aumento del costo medio nazionale di oltre il 54% con la previsione di stima che prevede su base nazionale un reddito netto negativo.