Il presidente della Regione, Renato Schifani, torna a parlare del delicato tema legato al caro voli.
Il governatore, intervenuto a “Diario del Giorno” su Rete 4, ha voluto rispondere anche alla lettera dell’ad di Ita, Daniele Maria Lazzerini, che ieri aveva difeso la compagnia aerea, chiedendo a sua volta alla Regione di estendere il programma “SiciliaVola”.
Schifani non ha usato giri di parole per delineare l’ormai nota situazione: un attacco diretto, quello del governatore, alle varie compagnie aeree, compresa Ita.
“C’è uno scandaloso cartello tra Ita e Ryan Air con prezzi al rialzo dei voli da Roma a Palermo e Catania -le sue parole – Mi dispiace per Ita, perché non credo che faccia un buon governo dell’amministrazione pubblica chiedendo prezzi così esosi. Il caro voli non è dovuto al caro carburanti – dice Schifani – a parità di distanza, le tariffe sono più alte per la Sicilia. Perché è stato realizzato un cartello di due compagnie, con prezzi al rialzo, non si fanno concorrenze e i poveri utenti sono costretti al salasso”.
“Noi abbiamo denunciato all’Antitrust il caro voli per la Sicilia già a Natale e lo abbiamo denunciato nuovamente di recente – prosegue Schifani – due giorni fa abbiamo fatto un esposto alla Procura di Roma per abuso. Perché ci si trova in una situazione di esercizio di pubblica funzione, stiamo facendo di tutto per arrivare a una sanzione. Per fortuna dal primo giugno il governo è riuscito a convincere un terzo vettore a operare, sulla carta ha già venduto 11 mila biglietti a 70 euro. Dal primo giugno le cose cambieranno. Ci sarà un terzo vettore che romperà questo cartello di Ita e Ryanair, che . farà sei voli con tre tratte. Il mercato ne risentirà in positivo, perché la nuova compagnia ha già applicato prezzi concorrenziali. Qui viviamo una situazione di illegittimità, se non di illiceità che sfiora il penale, non ci fermeremo. Una compagnia a capitale pubblico come Ita non può lucrare sulla pelle dei siciliani”.
Il presidente della Regione ha poi commentato anche la situazione legata all’energia e agli impianti fotovoltaici, invocando il cambiamento della norma di sistema per andare in contro ai siciliani e abbattere le bollette.
“La Sicilia continua a ricevere richieste per impianti fotovoltaici ma è una energia prodotta in Sicilia che va al Nord e viene venduta a terzi – prosegue Schifani – quindi la Sicilia si presenta come bacino di produzione energia e paga un prezzo sotto il profilo della devastazione dei terreni, ma non ottiene nulla se non una piccola quota. Io chiedo di avere la possibilità che una quota rimanga in Sicilia per abbattere la bolletta dei siciliani, non voglio soldi, lavorerò con altri governatori, bisogna cambiare la norma di sistema”