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Caro voli aerei, per la Sicilia tesoretto dimenticato da 50 mln

PALERMO – Protesta contro il caro voli ieri all’aeroporto di Palermo da parte dei giovani dell’associazione ‘Nun si parti’. Striscione, megafono e volantini distribuiti ai passeggeri appena atterrati in città per porre l’attenzione sugli esorbitanti costi dei biglietti aerei durante il periodo natalizio. “Tornare in Sicilia ha dei costi proibitivi, che durante i periodi di festa diventano così alti da risultare inaccessibili per milioni di siciliani che vivono fuori dall’isola – spiega Giovanni Castronovo -. Si tratta principalmente di giovani emigrati per studiare o lavorare fuori, che pagano a caro prezzo la possibilità di tornare per riabbracciare i propri cari”. Un biglietto di andata e ritorno da Bologna costa non meno di 300 euro, che diventano 400 euro se si parte da Milano, mentre per andare e tornare da Roma, durante le vacanze di Natale, un siciliano non può spendere meno di 522 euro. Nello stesso periodo, un volo andata e ritorno Roma-Parigi costa ‘solo’ 153 euro.

“Di fatto, per i siciliani spostarsi agevolmente nei confini dello Stato non è un diritto, ma un lusso riservato a pochi”, dicono i manifestanti.
Intanto, anche la politica si mobilita.

Ieri, in conferenza stampa all’Assemblea regionale siciliana, il neo vicepresidente della commissione Antimafia regionale, Ismaele La Vardera, il blogger Stefano Maiolica e l’assessore ai trasporti della Regione Sardegna, Antonio Moro, hanno presentato una mozione che potrebbe portare i siciliani a viaggiare a costi contenuti durante le festività natalizie: “Non possiamo continuare a stare con le mani in mano e assistere a questa vergogna – ha detto La Vardera – i soldi per poter dare una mano ai siciliani, ci sono. Ci sono 50 milioni di euro che vanno però utilizzati, cosa che fino ad ora nessuno ha fatto”.

Il riferimento è al programma “Sicilia vola”, i residenti ed altre categorie potrebbero avere accesso ad una “sconto” che in questa fase è del trenta percento del prezzo pagato, ma ad oggi risulta essere un’occasione sprecata considerato che di queste somme, solo in pochissimi ne hanno usufruito.
Infatti, per entrare a far parte del programma, basterebbe semplicemente prenotare il biglietto, registrarsi al portale www.siciliavola.it ed avere il coupon che permettere la riduzione del prezzo. “L’obiettivo – ha continuato l’onorevole – è intanto prorogare questo programma che scade il 31 dicembre 2022 e dopo di che istituire un tavolo tecnico che faccia sì che le altre compagnie aeree aderiscano al progetto”.
“Appurato che la continuità territoriale non è plausibile nei nostri due aeroporti più grandi – ha spiegato La Vardera – bisogna aumentare questa percentuale del 30% e portarla almeno al 50 al fine di garantire il diritto alla mobilità a tutti gli aventi diritto. Per questo chiedo al governo regionale ed anche all’assessore competente di intervenire nel più breve tempo possibile, cosa che ha detto che farà”.

Il deputato, ha chiesto l’aiuto al blogger “UnterroneaMilano” Stefano Maiolica, che sta organizzando una vera e propria traversata che parte da Milano e che arriverà in Sicilia. Come?
Con il noleggio di due pullman a doppio piano che consentiranno a circa 150 ragazzi di raggiunge la Sicilia il 22 dicembre.

“Le persone che stiamo portando a casa – ha spiegato il blogger e ideatore dell’iniziativa – sono miste, non solo studenti ma anche lavoratori. Raggiungere la Sicilia, che ricordo si trova in Italia, e dover spendere più di quanto serve per andare a New York è inammissibile. Noi siamo qui per il Natale, ma è sempre così”.
“Salvini dovrebbe farsi il viaggio insieme a Stefano, così da capire cosa significa stare 24 ore in viaggio. Lo stesso invito lo faccio anche al residente Renato Schifani anche se la volontà politica di cambiare le cose sembra esserci”, afferma il deputato regionale.

“Coordinare e migliorare le Isole – ha detto l’assessore sardo – anche se l’esperienza della Sardegna è diversa. Abbiamo la continuità territoriale che, nell’arco di diversi anni, abbiamo anche migliorato. Ma oggi anche noi siamo davanti ad un modo diverso di vedere le cose da parte dell’Unione Europea. In Sardegna il tema è molto acceso perché la continuità in pratica è un bando dove si stabiliscono requisiti ed oggi abbiamo registrato delle chiusure politiche che hanno creato problemi alla nostra continuità territoriale”.