I Finanzieri del Comando provinciale di Siracusa hanno concluso una complessa indagine nel settore della tutela delle entrate, riscontrando un danno erariale di oltre 6,5 milioni di euro perpetrato nelle fasi di accertamento e riscossione dei tributi locali di un ente comunale della Provincia.
Le Fiamme Gialle hanno vagliato le procedure adottate dall’ente per la gestione dei tributi locali (Imu, Tasi e Tari): numerosi gli avvisi di accertamento decaduti per i termini di notifica che hanno generato un mancato introito nelle casse del Comune per diversi milioni di euro.
L’attività investigativa, supportata da numerosissimi riscontri nei confronti dei destinatari degli avvisi di accertamento e dall’incrocio dei dati presenti nelle banche dati in uso al Corpo con la documentazione amministrativa acquisita, ha anche consentito di rilevare l’esistenza per gli anni d’imposta 2014 – 2019 delle cosiddette ‘Cartelle pazze’.
E’ emerso, infatti, che la società esterna affidataria del servizio di supporto all’ufficio tributi per le attività di recupero delle entrate comunali ha prodotto numerosi atti di accertamento esecutivi per diversi milioni di euro, successivamente oggetto di annullamento o rettifica, con debiti tributari inesistenti o eccedenti l’importo dovuto.
“Emblematico il caso in cui un bambino di soli 3 anni è risultato destinatario di una pretesa erariale di circa 11mila euro per gli anni d’imposta dal 2015 al 2019″, spiegano gli investigatori. “Inoltre, la società non ha assicurato nei modi previsti dal contratto, il servizio di front office presso l’Ente comunale che avrebbe garantito ai cittadini una rapida risoluzione delle problematiche riscontrate”.
Al termine delle indagini i finanzieri hanno denunciato il titolare della società per inadempimento e frode nelle pubbliche forniture nonché un funzionario dell’Ente comunale per abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale.
Quest’ultimo è stato segnalato, insieme ad altri 14 dirigenti e funzionari dell’Ente, alla magistratura contabile per l’ingente danno erariale quantificato in oltre 6,5 milioni di euro.