Consumo

Case-vacanza e furti in Rete, La Bella (Polizia Postale): “Pacchetti turistici e truffe”

“Case-vacanza vendute per migliaia di euro sul Web, con acconti, caparre, transazioni e bonifici anche cospicui, che poi si rivelano talvolta delle ‘frodi mangiasoldi’. Seguiamo da svariati anni questi reati. Le truffe in Rete, consentono guadagni e un giro di denaro per milioni di euro. Cooperiamo con le associazioni di consumatori o come adesso con la nota piattaforma Airbnb. La caparra non dovrebbe mai oltrepassare il 20 per cento della somma totale del pacchetto-vacanza, e sempre con un pagamento tracciato

Pacchetti-vacanza imperdibili a prezzi d’occasione nel mondo virtuale della Rete, il tutto condito con case da sogno al mare per turisti abbagliati da immagini mozzafiato. La fregatura, servita on-line, stavolta con soldi veri che arrivano con regolare bonifico, è pronta ad accogliere i vacanzieri con tutti i crismi del raggiro o della truffa del pacchetto-vacanza, con alloggi da incubo. “Come ogni anno durante il periodo estivo – dice Marcello La Bella, Primo dirigente della polizia di Stato, a capo del Compartimento della Polizia postale e delle Comunicazioni “Sicilia Orientale” che copre le province di Catania, Messina, Siracusa e Ragusa -, ci troviamo a dover vigilare e contrastare i reati che hanno per oggetto le truffe on-line dei pacchetti-vacanza e delle case-vacanza, ai danni dei tanti utenti che magari sperano in qualche buon affare”.

– Dott. La Bella, i turisti stranieri e connazionali, sono spesso vittime di raggiri informatici per migliaia di euro, esatto?

“Esatto. Case-vacanza vendute per migliaia di euro sul Web, con acconti, caparre, transazioni e bonifici anche cospicui, che poi si rivelano talvolta delle ‘frodi mangiasoldi’. Seguiamo da svariati anni questi reati. I dati statistici, secondo le attività investigative compiute dal nostro Ufficio, suggeriscono di prestare attenzione ad alcune tipologie di truffe e raggiri on-line, legati in particolare ai viaggi organizzati e alle prenotazioni via web. Per questo lanciamo campagne di prevenzione e informazione, cooperando con le associazioni di consumatori o come adesso con la nota piattaforma Airbnb. Ma occorre precisare che non sempre l’acquisto di un bene o servizio, fatto via Internet, da utenti insoddisfatti, coincide con un reato: molte volte si tratta di illecito di tipo civilistico, una sorta di inadempimento contrattuale tra le parti, per cui non serve l’azione di polizia.”.

– Come evitare “bidoni”, per chi desidera prenotare una casa vacanza senza averla vista, puntando magari sul basso costo dell’offerta?

“I consigli improntati alla sicurezza, al buon senso ed alla prudenza, prima di un ‘click’, diffusi e diramati dalla Polizia postale e delle Comunicazioni a livello nazionale, sono a grandi linee le seguenti: controllare che le foto siano reali, cioè per verificare la coerenza e la veridicità delle immagini, magari meglio se non siano troppo patinate, è bene utilizzare un motore di ricerca per controllare che non si tratti di immagini di repertorio ma di scatti di una casa reale; verificare la posizione sulle mappe, cioè la descrizione completa dell’immobile va verificata cercando la strada indicata sulle mappe satellitari on-line, per evitare che ci venga offerta una villetta vista-mare che si trova in realtà sperduta nella campagna, a molta distanza dalla spiaggia; cercare un contatto diretto con l’inserzionista, quindi contattare l’inserzionista via chat per chiedere informazioni e foto aggiuntive dell’appartamento, chiedendo anche il suo numero di telefono, meglio se fisso; per verificare che tutto sia regolare incontrare, se possibile l’inserzionista per una visita preventiva della casa. In aggiunta, la caparra non dovrebbe mai oltrepassare il 20 per cento della somma totale del pacchetto-vacanza, e sempre con un pagamento tracciato; accertarsi che il prezzo della casa-vacanza sia adeguato ai prezzi di mercato, facendo una ricerca sulla zona tramite la piattaforma in cui è presente l’annuncio; meglio evitare di inviare a distanza, documenti personali come patente, carta d’identità o passaporto; infine effettuare pagamenti solo su Iban bancario o tramite metodi di pagamento tracciabile. In tutti i casi – ricorda il comandante “Sicilia Orientale” Marcello La Bella -, segnalare sempre anche on-line, tramite il nostro commissariato di Ps ‘www.commissariatodips.it‘, eventuali illeciti”.

– Comandante, da circa vent’anni lei è attivo nel contrasto alla criminalità che agisce in tutti i versanti, su Internet. Che danno ai conti pubblici, in termini di evasione e flussi di denaro che scorrono illecitamente “in nero”, può causare questo tipo di vacanze al mare, non tracciabile?

“Come spesso ho già ribadito in passato, i danni al portafogli dei naviganti, la non ‘tracciabilità’ che si tenta di mettere in atto, evadendo il Fisco, possono causare dei seri danni all’economia, tanto che, il cybercrime sarebbe la terza economia mondiale. Spesso, sul fronte dei reati informatici, durante il periodo estivo, avvengono danni all’economia reale, con un’enorme massa di risorse finanziarie aggredite dalla criminalità sull’intero territorio nazionale”.

In aggiunta ed in sintesi, le organizzazioni criminali verosimilmente si orientano sempre più nell’infiltrazione nei settori dell’economia legale; così come l’altro àmbito di influenza delle organizzazioni di tipo mafioso, potrebbe essere quello del sostegno sociale – il cosiddetto “welfare mafioso di prossimità” – ai cittadini in difficoltà per il lockdown da Covid, fra cui proprio gli operatori della ristorazione e delle strutture alberghiere.

Fabio Rao