Nella legge delega sulla Riforma fiscale si fa largo in questi ultimi giorni il “cashback fiscale”. Il Governo e il ministero dell’Economia in particolare sembra infatti orientato a confermare l’impianto fortemente voluto dal M5s e sul quale ha fatto una proposta migliorativa Leu (Liberi e uguali).
Il Cashback fiscale consiste nella detrazione del 19% sulle spese per medicine, analisi, visite, cure, assistenza sociosanitaria in genere, da erogarsi direttamente sul conto corrente tramite piattaforma telematica dedicate nel caso di acquisti realizzati con strumenti di pagamento tracciabili.
Il principio alla base del cashback fiscale, in un secondo momento, dovrebbe essere esteso ad altre spese detraibili, ma per questo serviranno misure che prevedono copertura finanziaria, con la prossima manovra finanziaria.
L’idea del cashback fiscale è ancora solo una proposta oggetto di due distinti, ma identici, emendamenti alla legge delega di riforma fiscale. Gli emendamenti presentati non prevedono dettagli sul funzionamento pratico di questo strumento ma ne definiscono il principio.
Così come avviene con la Lotteria degli scontrini, l’acquirente dovrebbe di volta in volta comunicare al farmacista venditore o comunque al prestatore del servizio di volersi avvalere del cashback piuttosto che della detrazione sulla dichiarazione dei redditi. La comunicazione andrebbe fatta con un codice personale che rimanda al contribuente.
Dopo i primi incontri interlocutori tra le parti politiche, gli emendamenti in questione dovrebbero essere votati la prossima settimana in Commissione Finanze, spostando al 4 aprile l’approdo in Aula, inizialmente previsto per il 28 marzo. Se tutto andrà come ci si augura, il disegno di legge delega verrà approvato definitivamente (al Senato) entro giugno. In seguito il Governo dovrà approvare i decreti attuativi. Se lo farà in tempi rapidi, il cashback fiscale potrebbe partire già dal 2023.