Fatti

Caso Pogliese, bocciato ricorso, sindaco Catania rischia nuova sospensione

Emessa la sentenza della Corte Costituzionale che riguarda il “caso” del sindaco di Catania Salvo Pogliese, condannato in primo grado per peculato nel processo per le spese pazze all’Ars. La Consulta ha dichiarato “non fondate le questioni di legittimità” che era state sollevate, il 5 dicembre del 2020, dal Tribunale civile di Catania sull’applicazione della legge Severino.

L’intervento della Consulta era stato sollecitato al giudice civile dalla difesa di Salvo Pogliese che era stato sospeso dall’incarico di sindaco per 18 mesi dopo essere stato condannato a quattro anni e tre mesi per peculato dal Tribunale di Palermo per l’uso di rimborsi spesi quando era capogruppo all’Ars del Pdl. Il sindaco poi era stato reintegrato, solo quattro mesi dopo, perché l’intervento del tribunale civile aveva sospeso il provvedimento.

La “sospensione in esame”, scrivono i giudici, “non ha natura sanzionatoria, ma è una misura cautelare”, e non è esecutiva.

Il sindaco di Catania rischia una nuova sospensione, ecco quando si deciderà

Pogliese resterà in carica fino alla decisione del Tribunale civile di Catania che se dovesse arrivare dopo il 18 gennaio prossimo sarebbe inefficace perché avrebbe superato i termini della ‘sanzione’ che scadranno proprio quel giorno. Se dovesse arrivare prima la sospensione durerebbe fino al 18 gennaio 2022.

Il commento del sindaco di Catania, Salvo Pogliese

Ecco cosa ha dichiarato il primo cittadino di Catania, Salvo Pogliese, attraverso la sua pagina facebook:

“Apprendo e accolgo con serenità il pronunciamento della Corte Costituzionale che, di fatto, legittima quella parte della legge “Severino” che il Tribunale di Catania aveva chiesto di esaminare. Anche stavolta per la sua concreta applicazione mi rimetto rispettosamente al giudizio della magistratura ordinaria, visto che fu proprio il Tribunale etneo, esattamente un anno addietro, a reintegrarmi nelle mie funzioni dopo la temporanea sospensione.

Continuerò nel frattempo a lavorare svolgendo il ruolo di Sindaco per Catania e nell’interesse dei suoi Cittadini, incarico che con largo consenso sono stato chiamato a ricoprire.

Ritengo, tuttavia, doveroso evidenziare che sulla legge Severino pende già un referendum abrogativo, ritenuto ammissibile dalla Corte di Cassazione, e diversi disegni di legge di modifica sono stati presentati in Parlamento. Da ultimo quello del Pd, partito a cui fa riferimento il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, che di recente è stato colpito da analogo sproporzionato provvedimento di sospensione, anch’egli a fronte di una sentenza di primo grado.

Sono certo, nel merito, che la mia condotta limpida e trasparente verrà accertata in ogni sede giudiziaria; ho fatto, lo ribadisco, una scelta d’amore verso la mia Città.

Per questa ragione non sarà una legge profondamente ingiusta, come la ritengono illustri costituzionalisti ed esponenti di ogni parte politica, a farmi arretrare di un millimetro.

Fino a quando sarò chiamato a farlo rispetterò il mandato che mi è stato affidato dai Catanesi, con lo scrupolo e la coscienza di chi considera Catania la propria vita, la propria famiglia e, da Sindaco, la propria missione”.