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Caso Why not, Cassazione assolve Murone e Favi

ROMA – Lo scontro tra la Procura di Salerno e quella di Catanzaro, dopo dodici lunghi anni, sembra essere arrivato ad una conclusione. La vicenda era iniziata nel 2007, a seguito di numerose denunce da parte dell’ex pm, oggi sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, nei confronti dell’ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone, e dell’avvocato generale Dolcino Favi, accusati di abuso di ufficio.

Nello specifico, De Magistris lamentava che gli erano state sottratte illegittimamente le due inchieste denominate “Whynot” e “Poseidone”. Ieri la Cassazione ha messo quello che sembra essere un punto a questa vicenda. Infatti, la sesta sezione penale ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’Appello di Salerno che aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per i reati di abuso d’ufficio contestati a Murone e Favi. Questo esito comporta la piena efficacia della sentenza di primo grado del Tribunale di Salerno che aveva assolto i magistrati catanzaresi legittimando i provvedimenti adottati.

Secondo De Magistris però la fine non è ancora arrivata. “Leggo dichiarazioni molto affrettate da parte degli imputati senza ancora leggere la motivazione. Però ci sono alcune cose chiare dalle quali non si può scappare: il fatto storico è ricostruito in via definitiva” ha dichiarato il sindaco di Napoli. L’ex pm, infatti, sostiene che “la Cassazione non può entrare nel fatto” ed è per questo che è intenzionato ad aspettare la motivazione di questa sentenza che “non può cambiare la storia”.

Per nulla in accordo con De Magistris sono i due imputati, che gioiscono dopo l’esito definitivo della vicenda. “La Cassazione ha finalmente chiuso a mio favore la vicenda Why Not – dichiara Salvatore Murone – e tutte le mistificazioni, le bugie, le cattiverie sono finite. L’assoluzione del primo grado è stata ribadita ieri a dimostrazione che le vicende successe al signor de Magistris non sono il frutto di congiure e complotti, di poteri forti e livelli superiori, ma solo il suo modo di fare il pubblico ministero già stigmatizzato dai provvedimenti di carriera che lo hanno colpito, portandolo fuori dalla magistratura”.

Dolcino Favi, avvocato generale ai tempi dell’inchiesta “Whynot”, non si è sbilanciato molto, dopo la sentenza. Al posto suo ci ha pensato il figlio e avvocato, Francesco Favi. “la sentenza che smentisce il teorema de Magistris mette la parola fine a tutto, ed è difficile rimanere calmi in questi momenti, restare lucidi, ripercorrere tutto quel che è stato. Chi ha subito danni incalcolabili e sofferenze indicibili non può accettare di sentirsi dire che uno come de Magistris ha subito dei danni. Domando e vi domando: senza tutta quella esposizione mediatica l’ex pm sarebbe mai arrivato prima al Parlamento europeo e poi a fare il sindaco di Napoli?”