Consumo

Catania e Palermo tra le città più care d’Italia

PALERMO – L’inflazione scende e finalmente ritorna a cifra unica, eppure in Sicilia rimane sempre pericolosamente alta.

L’Unione nazionale consumatori ha elaborato i dati Istat per il mese di marzo, e l’inflazione annua per Palermo rimane ancora all’8,7%, mentre Catania all’8,5%, contro una media nazionale del 7,6%. In termini assoluti, a Palermo si registra un rincaro annuo per famiglia di 1.727 euro, mentre a Catania si scende a 1.687 euro, in linea con la media nazionale, di 1.652 euro.

In testa alla graduatoria nazionale, Bolzano, dove l’inflazione tendenziale pari a +8,5%, minore di quella siciliana, “solo” la settima più alta d’Italia; la percentuale si traduce in una maggior spesa aggiuntiva, equivalente a 2.259 euro per una famiglia media. Medaglia d’argento per Milano, dove il rialzo dei prezzi dell’8,2% determina un incremento di spesa annuo pari a 2.226 euro a famiglia.

Sul gradino più basso del podio Siena che con +9,6%, la seconda inflazione più alta d’Italia, ex aequo con Imperia, ha una spesa supplementare pari a 2.164 euro annui per una famiglia tipo.

Sull’altro fronte della classifica, la città più virtuosa d’Italia in termini di spesa aggiuntiva più bassa è Potenza, con l’inflazione più bassa del Paese (+4,8%) e dove in media si spendono ‘solo’ 948 euro in più. Al penultimo posto Reggio Calabria, ex aequo con Catanzaro (+5,9%, +1102 euro per entrambe). Medaglia di bronzo Campobasso (+6,8%, +1.245 euro).

Tra le più “economiche” anche Trapani, al +7,2% e 1.373 euro di rincaro annuo. Il trend in discesa prosegue dal mese scorso: Catania segnava infatti una inflazione al 10,9%, già diminuita rispetto a gennaio.

Rallenta l’inflazione, ma per il carrello della spesa resta una stangata

“Il calo da 12,7% a 12,6% è impercettibile. Una mazzata pari a 781 euro a famiglia, che arriva a 963 per una coppia con 1 figlio, 1.062 euro per una con 2, 1.259 per una con 3 o più figli” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Unica soluzione perché la vita diventi sostenibile, calmierare i prezzi dei prodotti alimentari. Senza dimenticare le bollette. Già il mese scorso l’Unc ha denunciato come i costi delle bollette abbiano un impatto enorme sulle spese familiari. E non ci si può affidare all’arrivo del bel tempo perché queste calino. In particolare, a raffreddare l’inflazione è stato soprattutto il mercato tutelato, mentre sono stati registrati aumenti relativamente al libero mercato.

L’incidenza che hanno le bollette sia sui consumi delle famiglie sia sui prezzi imposti dalle aziende è estremamente importante e diventa punto strategico per calmierare i prezzi, con una emergenza inflazione che può soltanto dare il colpo di grazia ad un mercato già in ginocchio.