Cinque pugni e “manate” in faccia un sediata sulla schiena per aver parcheggiato l’auto di fronte al loro locale. E’ accaduto a Catania dove ieri, un giovane attivista del Movimento 5 Stelle è stato picchiato, in pieno centro storico.
Lele Liuzzo, così si chiama, racconta in prima persona quanto accaduto. Lo fa su Facebook dove posta la propria testimonianza. “Torno scusandomi, capendo il disappunto – scrive. Chiedo scusa e cerco di levare la macchina il più in fretta possibile, ma da lontano parte un uomo che esce dalla cucina in una maniera talmente rapida che mi è quasi venuta l’idea di candidarlo per le Olimpiadi. Stupito mi ritrovo a terra e vengo picchiato veramente in malo modo insieme a un “complice” che gestisce “U fucularu” ( la griglia)”.
Il giovane sceglie di non reagire e chiama i carabinieri. “Vi giuro che non ho risposto, sono uno sportivo ed abbastanza massoso e forte, vi giuro che so come si rompe un naso, riesco a slogare tranquillamente una spalla o semplicemente mirare alla trachea esofago e diaframma. La mia scelta è stata la “non violenza” “porgere l’altra guancia”.
“La gente ha continuato a mangiare”. E’ in questa frase il risvolto peggiore della vicenda che sembra evidenziare una normalità anomala a Catania. “Nessuno mi ha aiutato, ha chiamato le forze dell’ordine o un’ambulanza” – sottolinea Lele.
Con cui solidarizza immediatamente il Movimento 5 Stelle etneo. “La violenza è un fatto culturale e personale, ma la percezione che si ha, purtroppo, è quella di uno Stato assente, di un senso di impunità insopportabile e della mancanza di controlli e pene severe e immediate – si legge in una nota. Già mesi fa, tramite i nostri Portavoce, avevamo chiesto alla Prefettura un intervento deciso contro l’illegalità dilagante. Ma da allora poco o nulla è cambiato. er questo uno dei primi atti che presenteremo a Roma sarà un’interrogazione al ministro degli interni, non appena verrà nominato”.