Economia

Catania, Faraci: “Tutta la città si occupi della Zona industriale”

“È tempo che la città, i suoi ambienti sociali e culturali, i giovani delle scuole e dell’Università si interessino di più della zona industriale di Catania. La sentano come parte integrante del territorio e non come una appendice del tessuto urbano a caratterizzazione aziendale”. Lo sostiene il prof. Rosario Faraci, docente all’Università di Catania di Economia e Gestione delle imprese. Faraci senza usare mezze frasi dice chiaramente che la ripresa economica e sociale della città passa anche e soprattutto attraverso una maggiore attenzione delle istituzioni verso l’area produttiva dell’area della Sicilia orientale, che con la Zes può essere un nuovo trampolino di lancio per una economia solida che dia prospettive future alle nuove generazioni. “Questa nuova attenzione della città – ha aggiunto il professore – servirebbe da pungolo per la politica”.

“La zona industriale – ha proseguito – è un importante polmone economico della Sicilia, vale almeno il 15% di tutto il Pil regionale, al suo interno vi operano aziende multinazionali come STM ed Enel Green Power che sono tra i più importanti datori di lavoro nell’isola. Altri ne potrebbero arrivare”.

Cosa si fa per attrarli?
“Oltre all’impatto economico, c’è anche quello sociale. Per i flussi giornalieri di persone e mezzi verso e dalle fabbriche e dai magazzini, la zona industriale è un grande generatore di traffico veicolare giornaliero sulla tangenziale di Catania. Ci sono efficaci alternative di trasporto pubblico ad oggi? Non mi risulta. Altre alternative per la logistica industriale? Al momento, ci sono solo programmi (vedi Interporto) ma non immediate soluzioni. E non dimentichiamo che lo stato di degrado delle strade interne all’area di Pantano d’Arci genera valanghe di ‘costi impropri’ per lavoratori, fornitori, clienti, autotrasportatori e corrieri: disagi legati alla impossibilità a programmare tempi di carico, scarico e consegna merci, disagi legati alla manutenzione straordinaria dei veicoli danneggiati dalla irregolarità del manto stradale, disagi per incidenti più seri, disagi legati ai ritardi temporali causati dall’impraticabilità delle strade durante il maltempo e via discorrendo. E oltre ai disagi, i rischi. Ritengo dunque che ci sia più di un buon motivo perché la politica a tutti i livelli si occupi dell’area industriale di Catania con più senso di responsabilità”.