Strutture per i piccoli e azioni volte a bloccare, o quanto meno frenare, l’abbandono scolastico. Nella campagna elettorale forse più ideologica e personalistica di quelle affrontate a Catania, almeno in questo millennio, qualche punto di programma fa capolino. Lo fa, in particolare, nella pagina ufficiale del candidato sindaco del fronte progressista Maurizio Caserta.
Parte dalla questione generazionale, Caserta, per arrivare al punto. Anzi ai punti: impedire l’esodo dei giovani fornendo adeguati servizi e, soprattutto, mettere ordine nel disordine. “I boomer sono nati tra il 1946 e il 1964; gli zoomer sono nati tra il 1996 e il 2010 – scrive il professore di Economia. Sono due generazioni staccate da una (o forse due) generazioni di mezzo. Due mondi molto distanti. A Catania, che tra poco rielegge il suo governo locale, quella distanza non potrebbe essere più marcata. Li separa l’approccio al caos della città. I primi vi hanno fatto l’abitudine; vi si muovono con una certa disinvoltura. I secondi non capiscono; non si adeguano e guadagnano l’uscita verso regioni o paesi o mondi dove le società sono più ordinate e regolate. Tra le società ordinate vi è il mondo criminale. Ma pure le economie più sviluppate delle regioni del nord Italia e del nord Europa. Ovviamente non criminali”.
“La destra che ha governato questa città per 18 sui 23 anni di questo secolo non ha offerto un ambiente nel quale uno zoomer possa sentirsi a suo agio e progettare la sua vita di studio e di lavoro – sentenzia Caserta. Cosa si può fare? Cominciamo dagli asili nido. Catania è tra le grandi città quella messa peggio. Inoltre la dispersione scolastica (ossia la quota di persone che non completano l’obbligo scolastico) è nel territorio catanese la più alta d’Italia. Ed è pari a circa il 25 per cento. Dietro questo dato drammatico ci sono politiche sociali inefficaci. Basterebbero questi due obiettivi cui le politiche locali sono chiamate a esprimere giudizi negativi sul passato”.