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Fuochi artificio illegali a Catania, fenomeno “esploso” per colpa del Covid

A Catania, ormai da diversi mesi, si ripete ogni sera il fenomeno dell’esplosione abusiva ed illegale di fuochi d’artificio. Un problema che riguarda tanto la sicurezza del territorio quanto le più basilari norme della convivenza civica e che sembra legato anche a logiche criminali. QdS.it ha intervistato Francesco Valenti, consigliere del VI Municipio (uno dei più colpiti dal fenomeno), che si spende da tempo in iniziative di denuncia e di contrasto.

Fuochi d’artificio illegali: 2021 annus horribilis

“Questo fenomeno c’è sempre stato, però dall’inizio di quest’anno è aumentato a dismisura. Se un tempo, avveniva sporadicamente durante la settimana, adesso – precisa Valenti – avviene costantemente ogni sera. E non soltanto allo scoccare della mezzanotte, come succedeva in passato, ma già dalle 22 – 23 in circa.

La cosa ancor più grave, poi, è che non si tratta dello sparo di una batteria di fuochi artificiali, che può durare 3-4 minuti, ma di fenomeni che vanno avanti per decine di minuti. Ormai è diventata “la regola”, tanto che i cittadini si stupiscono quando non ci sono.

Avviene anche in pieno centro, qualche sera fa ad esempio è successo alle spalle di Piazza Università.

Nel territorio del VI Municipio, da Librino a San Giorgio fino a Vaccarizzo è una costante.

La recrudescenza di questo fenomeno, anche se sembra assurdo, è iniziata l’anno scorso in un periodo di chiusure e coprifuoco causa Covid. E proprio da qui si è capito che c’era qualcosa che non andava.

Le ragioni di questi fenomeni?

In passato, forse, avvenivano principalmente in occasione di compleanni. Vista la portata attuale, però, dubito che si tratti solo di questo. Altrimenti significherebbe che, ogni sera, ci sono 4-5 compleanni nel nostro quartiere e decine in tutta Catania. La verità è che, ormai, si sparano fuochi d’artificio per ogni tipo di festeggiamento, evento o ricorrenza: dal battesimo al funerale, dall’anniversario di matrimonio alla commemorazione della morte di una persona. É ovvio che il ripetersi del fenomeno ogni sera e sempre nello stesso luogo, come avviene ad esempio a Librino, può essere legato all’azione della criminalità organizzata. I motivi? La dimostrazione di “forza” di un clan che vuole prevalere su un altro, la segnalazione dell’arrivo di un carico di droga, la scarcerazione di un detenuto, ma anche il segnale di una buona giornata ‘lavorativa’ per i clan. C’è, quindi, un connubio di diverse cose.

Il contrasto del fenomeno: dall’impiego dell’esercito agli interventi culturali

Durante le sedute del Consiglio di Municipio tutti i consiglieri, in numerose occasioni, hanno segnalato questa problematica. Non è, infatti, soltanto una questione di criminalità, ma anche di ignoranza. In tanti si sono giustificati dicendo che era un modo per festeggiare il compleanno, il battesimo e via discorrendo. Ciò significa che le radici del problema stanno nel livello culturale, perché manca proprio la capacità di distinguere ciò che è legale e ciò che non lo è. Si è persa, osserva Valenti, questa linea di confine: si considera normale quello che normale non è. Abbiamo, dunque, deciso di proporre soluzioni concrete, per cercare di intervenire anche su altri aspetti legati alla sicurezza ed alla legalità nel territorio del VI Municipio. Penso, ad esempio, ai furti ed ai danneggiamenti avvenuti nelle scuole, diventati anch’essi una costante per un certo periodo. Per non dimenticare, poi, gli attacchi subiti più volte dalle parrocchie o dai Briganti di Librino. In considerazione di tutti questi problemi, ho presentato una mozione, approvata poi all’unanimità dal consiglio, sul tema sicurezza. In questa mozione, indirizzata al sindaco, al prefetto, al questore e ad i vari attori del tavolo di pubblica sicurezza, si chiede l’impiego dell’esercito nell’ambito dell’operazione Strade Sicure. Si tratterebbe di un ausilio alle Forze dell’Ordine per l’attività di pattugliamento, dando precedenza ai siti maggiormente colpiti come le scuole o i luoghi da dove vengono sparati i fuochi.  Questa operazione, a Catania, è già stata fatta per diversi siti sensibili: Piazza Teatro, Via Etnea e la zona dell’aeroporto. In questi luoghi, in periodi particolarmente difficili, vi era un presidio fisso dell’esercito. Non si tratta, chiaramente, di una critica alle Forze dell’Ordine, che svolgono un lavoro fondamentale e straordinario sul territorio del Municipio.

La loro attività è improntata al pronto intervento, per numerosissime ragioni ed emergenze. Proprio per questo non possono essere impiegate in modo fisso per un obiettivo specifico o in un solo luogo. In funzione dell’organico e dei mezzi a disposizione, poi, diventa difficile anche intervenire per fermare uno sparo abusivo di fuochi d’artificio… Il tempo di ricevere la segnalazione e recarsi sul luogo è tutto finito, anche se di recente alcuni interventi sono andati a buon fine, segno del grande impegno e della grande professionalità. La mozione, adesso, verrà portata in Consiglio Comunale dal consigliere Luca Sangiorgio, e credo che potrà trovare il consenso di tutte le forze politiche. Non voglio prendermene i meriti, ma vedo che la situazione sta cambiando e un po’ tutti si stanno svegliando dal torpore: i consiglieri attraverso l’attività politica e i cittadini che, sulla rete e nei gruppi social, segnalano questi fenomeni. In passato, invece, prevaleva il silenzio, sia per la sensazione di essere soli che per paura. Adesso, invece, evidenziano questo problema, lo documentano con foto e video. La gente si lamenta perché vi è un serio problema di sicurezza... Spesso vengono bloccate le strade ed è impossibile circolare, prendono a fuoco i balconi o le autovetture, i bambini più piccoli si spaventano, chi ha animali domestici percepisce la loro sofferenza.

Ci tengo a sottolineare che, l’eventuale impiego dell’esercito sarebbe solo il primo passo per il pronto intervento, la dimostrazione della presenza e della risposta dello stato. Ma non è la soluzione finale, serve soprattutto un intervento culturale. Secondo me il passo successivo dovrebbe essere quello di iniziare un’attività nelle scuole, attraverso una serie di incontri con le autorità di pubblica sicurezza, con Carabinieri e Polizia. Bisogna spiegare che determinate azioni, come questa dei fuochi d’artificio illegali o il camminare senza caso sul motorino, non sono lecite, legali ed accettabili. Si è, purtroppo, perso il senso della legalità, anche per cose basilari come questa. Voglio infine a raccontare quello che, in tantissimi, mi hanno detto quando ho iniziato a parlare di questa situazione.

Mi hanno chiesto: “Ma non hai paura?”. Io non ho negato che un po’ di timore ci fosse, ma ho detto loro che se non ne avessi parlato sarebbe stato come acconsentire al perpetrarsi di questi fenomeni. Vado avanti per questo motivo e perché sto notando che più se ne parla più crescono l’attenzione sul problema e la volontà di risolverlo…. L’unione fa la forza”.

Vittorio Sangiorgi