Reparti e pronto soccorso pediatrici messi a dura prova, negli ultimi giorni, in tutta Catania per l’aumento esponenziale di bambini anche in tenera età affetti da virus influenzali, bronchioliti e Covid. Un aumento vertiginoso di casi al punto che, in alcuni presidi di emergenza, bambini di pochi mesi, sarebbero stati ventilati a mano per carenza di postazioni di ossigeno.
Una situazione “difficile” che era già stata preannunciata solo qualche settimana fa da alcuni esperti pediatri della città, come il direttore di Pediatria del Policlinico, Raffaele Falsaperla e da alcuni tra i massimi infettivologi di Catania, come il direttore del dipartimento Malattie infettive del Cannizzaro, Carmelo Iacobello e il responsabile del dipartimento infettivo del Garibaldi Nesima, Bruno Cacopardo.
Quest’ultimo, oggi, alla luce delle notizie non certo rassicuranti che provengono da tutti i reparti ospedalieri riservati ai bambini sostiene che: “L’impegno profuso dai medici ospedalieri verso i piccoli aggrediti da molteplici virus è senza precedenti. Occorre – ha proseguito – fare appello ai pediatri territoriali perché si affianchino ai loro colleghi nel produrre il massimo sforzo“.
Secondo notizie che provengono dagli ospedali tutti e tre le grandi aziende ospedaliere della città stanno combattendo contro una moltitudine di virus aggressivi che sta contemporaneamente colpendo principalmente i più piccoli, con un accavallarsi di patologie che mettono a rischio soprattutto la fascia di età minore. Al Cannizzaro sembra che ieri non c’era un solo posto disponibile nel reparto di Pediatria e al pronto soccorso i medici si sarebbero più volte ritrovati a ventilare alcuni bimbi a mano, ricoverandoli nelle stanze dello stesso pronto soccorso. Stesso discorso al Garibaldi Nesima.
Abbiamo chiesto al primario della Pediatria dell’Arnas, Toni Palermo, di fare il punto. Palermo, innanzitutto ha confermato la tesi che poco tempo fa hanno sostenuto sia Iacobello che Cacopardo, cioè che questa aggressività soprattutto del virus sicinziale e della influenza stagionale è quest’anno particolarmente aggressiva per via della mancata o quasi circolazione negli ultimi due anni di questi ceppi, grazie alla popolazione che ha continuato ad indossare le mascherine. Adesso cambiato lo scenario i virus trovano terreno fertile soprattutto in una fascia di popolazione relativamente vergine per diffondersi.
“Adesso – spiega il primario Palermo, direttore dell’Unità complessa di pediatria di Nesima – con il “liberi tutti” e l’abbassamento delle temperature stiamo assistendo a un aumento vertiginoso di bambini che arrivano in ospedale con febbre molto alta e taluni con patologie respiratorie”.
“C’è in particolare un afflusso ospedaliero soprattutto di bambini molto piccoli, dal mese di età in poi, affetti dalla sindrome del virus Sicinziale (Che provoca bronchioliti) e dall’ influenza che proprio nei bambini si sta rivelando molto pesante, tant’è che sinora abbiamo avuto anche bimbi con encefaliti”.
Il primario ha fatto il punto anche sui posti letto, confermando che questi sono quasi esauriti: “Purtroppo al momento non possiamo soddisfare le richieste di ricovero che ci arrivano dal pronto soccorso perché non abbiamo letti disponibili. L’affluenza era attesa come ogni anno, ma stavolta è più consistente. Tutti i bambini anche in pronto soccorso sono tenuti in sicurezza, ma la maggior parte ha bisogno di ossigeno e quindi bisogna stare attenti al sovrannumero”.
“Purtroppo – ha aggiunto – dopo due anni di Covid che ha impedito a questi virus di circolare adesso siamo su uno scenario differente. Se dovessi dare un consiglio ai genitori di bimbi piccoli e molti piccoli direi loro di tornare assolutamente ad indossare le mascherine, soprattutto nei luoghi affollati e in quelli chiusi e a lavarsi costantemente e attentamente le mani per tutelare maggiormente la salute dei loro bambini”.
Il primario ha spiegato che i genitori devono state attenti al decorso della malattie nei loro figli e avvertire costantemente il pediatra d base nell’eventualità di un innalzamento della febbre e il sopraggiungere di patologie respiratorie.
Palermo ha concluso che i pediatri ospedalieri sono in costante contatto con i colleghi di base per evitare che molti bimbi arrivino in ospedale senza la dovuta necessità. Questo per evitare che la situazione possa sfuggire di mano”.
Giuseppe Bonaccorsi