Installato e presentato solo pochi giorni fa (venerdì 16 luglio), quest’oggi il defibrillatore di Piazza Europa non è più presente all’interno della colonnina dove era stato collocato. A segnalarlo un nostro lettore che in mattinata ha notato che la teca fosse vuota.
Poi il ritrovamento e la consegna al Comando di Polizia, ma l’apparecchio elettrico non sarà immediatamente riposto al suo posto. Le forze dell’Ordine hanno rilevato le telecamere di sorveglianza della zona e stanno indagando su quanto accaduto.
Purtroppo non si tratta di un singolo episodio. Sabato scorso è stato rubato anche il defibrillatore in piazza della Borsa che era stato installato appena due mesi fa.
Sulla vicenda abbiamo sentito Sara Pettinato, presidente della quarta Commissione consiliare Sanità del Comune di Catania.
“Mi è stato appena riferito dal comandante della Polizia – esordisce – che il defibrillatore di Piazza Europa è stato riconsegnato. Un cittadino aveva notato dei ragazzini che giocavano con l’apparecchio, l’ha recuperato e gentilmente lo ha restituito. Il danno è morale più che economico. Per colpa di pochi veniamo tutti catalogati come maleducati”.
I dispositivi salvavita potevano essere sistemati in una parte più protetta, ma secondo Pettinato sono stati collocati lungo la pista ciclabile, una “palestra a cielo aperto”, perché la zona è frequentata da moltissime persone che si allenano.
“Sono molto preoccupata – prosegue – per i ragazzi di oggi. Vedo sempre liti, risse in giro. Non educhiamo abbastanza i nostri figli. Alla Polizia è stato riferito che uno dei defibrillatori rubati era in mano a degli adolescenti. Non penso che una persona adulta lo rubi per guadagnare pochi euro, sarebbe vergognoso. Preferisco pensare che sia un gesto dettato dalla mancanza di educazione”.
A tal proposito, dei corsi sull’uso dei defibrillatori da parte dei più giovani è quanto si aspetta Sara Pettinato. “Ho più volte chiesto all’Università – conclude – di istituire dei corsi di primo soccorso per gli studenti immatricolati e che fossero pagati dall’Ateneo. Silenzio totale, non sono riuscita a portare avanti questo progetto. Dovremmo cambiare leggi e regole, ma nel frattempo dobbiamo essere noi a educare i nostri figli”.