Politica

Il Parlamento Europeo, la lotta al crimine organizzato e l’eredità ai giovani: la missione di Caterina Chinnici

In medio stat virtus. La contesa tra europeisti e nazionalisti si risolve esattamente a metà, nella capacità di chi occupa ruoli decisionali di capire da una parte che l’Unione Europea è uno strumento a disposizione dei paesi che la compongono per regolamentare aspetti decisivi del vivere quotidiano con la possibilità di farlo su un piano internazionale e dall’altra che l’autonomia di ogni nazione va salvaguardata. Sta al parlamentare europeo eletto saper rappresentare degnamente le esigenze del proprio territorio, portando in sede europea le principali questioni e problematiche che lo affliggono per trovare una soluzione universale, risorse economiche e strutture giuridiche a garanzia dei provvedimenti emessi.

Ne parla con il QdS.it l’eurodeputata Caterina Chinnici, componente delle commissioni Libertà, giustizia e affari interni, Controllo dei bilanci e dell’Intergruppo sui diritti dei minori (di cui è stata fondatrice), tracciando un limpido esempio di come il Parlamento Europeo possa essere un mezzo efficace per affrontare criticità legate anche alla Sicilia. La parlamentare europea, rappresentante di Forza Italia, racconta la propria esperienza e lo fa a margine di un incontro organizzato dal sindaco di Adrano, Fabio Mancuso, e dalla sua giunta nel liceo classico Verga, voluto proprio per trasferire ai giovani liceali informazioni utili sul Parlamento Europeo e sul suo funzionamento ma anche per lanciare un messaggio di legalità forte e sentito, nella memoria di Rocco Chinnici, padre di Caterina.

“L’Unione Europea non è un’entità distante dai territori”

“Mi piace dialogare con i ragazzi – ha rivelato Caterina Chinnici -, mi piace trasmettere i valori che la mia famiglia mi ha inculcato e che ho sempre portato con me nell’esperienza da magistrato prima e da europarlamentare poi. Noi a volte percepiamo l’Unione Europea come un’entità distante ma in realtà non è così: i deputati eletti lavorano dentro le istituzioni europee per il territorio di riferimento. Bisogna far conoscere nel territorio il nostro lavoro e al tempo stesso avvicinare i cittadini, e in particolare i giovani, alle istituzioni europee”.

La lotta all’illegalità e l’esempio del padre

Caterina Chinnici ha lavorato, già in passato, non essendo alla prima esperienza di lavoro in Europa, a importanti atti legislativi dell’Unione Europea in materia di lotta al crimine organizzato, giustizia e sicurezza. Tra questi, il regolamento che ha istituito la Procura europea, primo organo sovranazionale con autonomi poteri di indagine penale, il regolamento sul mutuo riconoscimento dei provvedimenti di confisca, la direttiva che ha dato vita al primo modello di giusto processo penale minorile in Europa e la direttiva per la lotta contro il terrorismo. È stata inoltre componente della commissione speciale sul Terrorismo che ha dettato le linee guida per i futuri interventi necessari a contrastare il fenomeno.

“In sede europea vengono discussi argomenti vicinissimi al territorio siciliano – spiega ancora -, tra questi il contrasto al fenomeno mafioso e all’illegalità in generale e la lotta per la parità di genere”. Incalzata dagli studenti, si è riflettuto anche sul tema della migrazione, sui meccanismi che regolano l’entrata in vigore di una legge europea e, come citato sopra, l’equilibrio tra Parlamento Europeo e i singoli paesi che lo compongono ma anche degli assetti politici post elezioni americane. Sono soltanto alcuni degli aspetti trattati, alcuni dei quali ritenuti cari da Caterina Chinnici, una donna che ha scelto di seguire l’esempio del padre, vestendo la toga da magistrato e di spendersi poi politicamente con coraggio, con uno sguardo sempre puntato sulla giurisprudenza, sulla legalità e sul valore della famiglia.