Pezzi di Pizzo

C’è una crisi o un’epurazione?

La vicenda Miccichè è qualcosa di personale? Come un gioco di vendette politiche, una faida fra fratelli coltelli, o è sintomo di qualcos’altro? Miccichè aveva buttato giù dalla torre D’Orleans Musumeci, oggi capo dei Pompieri Italiani, ed è stato defenestrato dalla Torre Pisana, suo desiderio da Mission impossible.

Non ci ha neppure provato a candidarsi alla Presidenza dell’Ars, mancavano i numeri, pochi, ma decisivi. Nonostante questo è andato incontro al suo destino, come un personaggio di Cervantes, da Hidalgo demodé, rispetto ai tempi destrorsi incombenti. Gli consigliamo di andare a vedere il “Don Giovanni involontario”.

La sconfitta era nel fato ed è puntualmente arrivata. Oggi tutti lo scansano, soprattutto quelli più beneficati da lui, quelli che lo blandivano, che magari lo sparlavano alle sue spalle, ma gli si prostravano. Oggi è il tempo delle pulizie dei coltelli, ma lui è troppo abituato a queste scene – altre volte sono capitate – per sorprendersi. Pensiamo che sappia il suo futuro, che non è romano, non c’è nulla a Roma per il palermitano Miccichè in un senato paternese. Ma questa conventio ad escludendum, che lo mette fuori dalla maggioranza come ha dichiarato, è sintomo di altro?

È terminata l’avventura politica di Miccichè in Forza Italia o è finita Forza Italia e lui è solo l’ultimo dei Mohicani di Silvio costretto a auto-esiliarsi? L’esodo da Forza Italia è ormai in corso da tempo, in tanti se ne sono andati, da Tremonti a Pera, dalla Carfagna alla Gelmini, dalla Ravetto alla Aprea, Brunetta e oggi la pur indipendente Moratti, ex ministro di Silvio. Alcuni sono attirati, più per convenienza che per adesione politica, dalla nuova destra sovranista e conservatrice rappresentata dalla Meloni. Come ha fatto, fortunatamente, Fitto, oggi ministro.

Altri, per impossibilità territoriale, o per autentica distanza ideologica, stanno confluendo nel costituendo Terzo Polo, ritenendolo l’unico luogo per i moderati e liberali, i principi fondamentali della nascita di Forza Italia. Bisognerà capire se l’esclusione di Gianfranco Miccichè dalla maggioranza sia il sintomo, magari incidentale, o magari non del tutto, di una dinamica centrifuga verso un’ipotesi di Terzo Polo, che alle urne siciliane si è presentato in maniera abborracciata, senza leader capaci di produrre risultati accettabili. D’altra parte era stato così anche per Lega e Fratelli d’Italia la scorsa volta, poi cresciuti per acquisizioni interne negli altri partiti.

Se Miccichè, attraversando il deserto che porta alla fine delle procedure di insediamento, tra Governo e sottogoverni, sarà capace di aprire un cantiere politico allora assisteremo a una crisi politica di sistema, e non a un’epurazione personale. Ma ci vogliono idee e gambe per muoversi, e soprattutto persone libere da lacciuoli o clientele a cui dare risposte immediate. Se no è meglio un buen retiro pieno di maledetta nostalgia a Roma.

Così se vi pare.