Anche nel 2023 i proprietari (le persone fisiche, ndr) di immobili dati in locazione possono optare per la cedolare secca al posto del regime ordinario Irpef. La legge di Bilancio 2023 non ha introdotto modifiche.
In questo articolo, di seguito, vi spieghiamo cosa è la cedolare secca, tutte le regole per gli affitti anche nel 2023, e chi può usufruirne.
La cedolare secca è un’imposta fissa che viene sottoscritta in occasione dei contratti di locazione al posto della consueta tassazione Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Come si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate, si può ricorrere alla cedolare secca per unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali da A1 a A11 (esclusa l’A10 – uffici o studi privati) locate a uso abitativo e per le relative pertinenze, oppure con contratto separato e successivo rispetto a quello relativo all’immobile abitativo.
Le aliquote previste sono due: al 10% per i contratti d’affitto a canone concordato, o al 21% per i contratti d’affitto a canone libero di immobili locati a fini abitativi.
Queste particolari aliquote non si applicano in maniera automatica, ma in seguito a una scelta nel momento in cui si procede con la registrazione del contratto attraverso il modello Rli, cioè la Registrazione Locazioni Immobili.
Come si legge sul sito delle Agenzie delle Entrate, può optare per la cedolare secca al 21% anche chi si avvale del regime delle locazioni brevi: cioè di un contratto di locazione di immobile a uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni.
Il numero dei contribuenti che possono accedere all’aliquota al 21% è in ogni caso più ampio rispetto alla tassazione al 10%, perché le condizioni sono meno stringenti.
L’aliquota maggiore può essere scelta dalle persone fisiche titolari di un diritto di proprietà o di godimento di un immobile. Questa condizione, però, si deve manifestare al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti o professioni.
Se utilizzano la cedolare secca, i proprietari dell’immobile possono fare a meno di pagare:
Ogni anno i contribuenti sono tenuti a versare un acconto e un saldo. La Legge di Bilancio 2021 ha stabilito che l’acconto dovuto deve essere calcolato sulla base dell’imposta versata nell’anno precedente e deve essere pari al 100%.
L’acconto deve essere versato in un’unica soluzione entro il 30 novembre se l’importo è inferiore a 257,52 euro. Oppure in due rate, se l’importo dovuto è superiore a 257,52 euro. La prima, del 40%, deve essere versata entro il 30 giugno. La seconda, del restante 60%, entro il 30 novembre.